UN ECOMUSEO DA VIVERE

Un Ecomuseo è innanzitutto un territorio con una sua identità unica e peculiare, e le persone che lo vivono con le loro storie ed i loro saperi. Persone che hanno consapevolezza di vivere in un luogo speciale, e che vogliono raccontarlo al mondo. L’Ecomuseo di Metaurilia esiste già in questa veste dal 2018 con le sue due mostre, con il sito, con la pagina FaceBook. Ora l’Ecomuseo cerca casa, cerca una sede dove vivere la narrazione, incontrarsi, condividere, approfondire, confrontarsi e coprogettare il futuro. Il Circolo Albatros ha incaricato gli studi CH+ di Pesaro, Mjras di Urbino e Marchingegno di Ancona di dare corpo al sogno, e realizzare il progetto preliminare da affidare al Comune di Fano, proprietario della “Cooperativa”, il magazzino ortofrutticolo dal quale narrare la storia, vivere il presente e scrivere il futuro della Borgata Rurale di Metaurilia.

Il progetto preliminare voluto dal Circolo Albatros e “donato” all’Amministrazione Comunale. Si può rivedere la presentazione pubblica del 22 ottobre 2020 dal titolo “Progetti riqualificazione urbana” sul canale Youtube del Comune di Fano al link https://www.youtube.com/channel/UCsdorZuEsKR7V6dAKMJNlJw?view_as=subscriber,

Il suggestivo concept ideato dallo studio CH+: un lembo di piazza-giardino si solleva ed abbraccia il vecchio magazzino.

Il progetto architettonico

Partendo da un lembo di terra che idealmente ritagliato viene sollevato e porta in alto la piazza-giardino– spiega Bruno Mariotti dello studio CH+ di Pesaro – si crea un volume in stretta relazione con l’edificio esistente, mantenendo contemporaneamente la continuità con gli spazi di pertinenza; trasformando parte di questo nuovo volume in un piano inclinato, che digrada in direzione della piazza, l’ampliamento viene plasmato come ad avvolgere il volume esistente in un abbraccio ideale.
Il fascino delle fotografie d’epoca che ritraggono il laborioso operato dei Metaurili, ha influenzato in maniera rilevante le scelte di carattere formale. Nell’iconografia storica l’elemento dominante è spesso rappresentato dalla cassetta in legno colma di cavolfiori pronti a partire per i mercati: tale elemento ha stimolato l’idea per il rivestimento del nuvo ampliamento.
Il nostro progetto prevede dunque due tipologie di intervento: la prima di tipo conservativo rivolta al vecchio edificio, con particolare attenzione alla normativa antisismica ed all’efficientamento energetico, la seconda di nuova edificazione per la porzione in ampliamento.

Le due tipologie di intervento: il recupero del vecchio magazzino e l’ampliamento.

L’ampliamento diventa una terrazza giardino che digrada come una cavea verso la piazza.

Il “tetto giardino” che digrada verso la piazza diventa “spazio pubblico”.
Diversi tipi di piantumazioni o coltivazioni potranno trovare dimora lungo il percorso pedonale e diventeranno occasione di studio e laboratorio didattico. La piazzetta in alto sarà collegata con il secondo livello del museo, diventando in caso di emergenza una via d’esodo sicura. Potrà essere anche luogo ideale per eventi legati a mostre temporanee o varie manifestazioni strettamente legate al museo, nonchè ad attività didattiche. La parte sottostante potrà essere per buona parte vetrata, aperta sulla piazza con vista diretta verso il parco.
La “collinetta” artificiale sarà percorribile con una rampa alternata da gradoni che diventeranno di volta in volta seduta oppure aiuola, coltivata o piantumata: ha funzione di cavea, come nel teatro greco, nel momento in cui la piazza diventa la scena a servizio della comunità. La sua forma planimetrica è conica e si apre in direzione della vista principale sulla piazza e sul sagrato della chiesa; si crea così una relazione omogenea e fluida tra le funzioni, valorizzando al contempo l’intero fronte verso la Statale Adriatica, riscattando il valore e l’immagine annebbiata dal tempo che questo luogo assume per l’intera borgata di Metaurilia.

Il nuovo edificio visto dai diversi fronti (Studio CH+)

La piazza

La sistemazione urbanistica dell’area: stato di fatto e stato di progetto

L’ipotesi di riqualificazione dell’area nasce dall’individuazione di alcune criticità legate fondamentalmente alla viabilità e all’uso dello spazio pubblico.
La nostra proposta individua come unico accesso carrabile (A) all’area quello lato Fano che porta alla spiaggia, chiudendo l’attuale accesso diretto al piazzale. Tale soluzione permetterebbe di trasformare l’intera area in prossimità dell’Ecomuseo in piazza pedonale, accessibile ai soli mezzi a servizio dei residenti e delle attività presenti mediante l’uso di accessi controllati, come già avviene ad esempio in piazza XX settembre.
L’ampio parcheggio nei pressi della spiaggia, oggi a carattere stagionale, dovrebbe assumere carattere permanente a servizio dell’Ecomuseo e della futura ciclovia Adriatica, mentre l’area nei pressi della Statale (B) verrebbe destinata a parcheggio per la disabilità e per i residenti a compensazione dei posti auto che si vanno a togliere dal piazzale.
L’asfalto verrebbe sostituito da una pavimentazione estremanente gradevole, innovativa e drenante, capace di abbassare la temperatura al suolo di circa 30°.
Proponiamo inoltre di abbattere tutte le barriere architettoniche dell’area ponendo al medesimo livello tutte le aree a piazza e giardino.
Riteniamo fondamentale che il verde diventi parte integrante del progetto sia con funzione di filtro rispetto alla Statale, sia come elemento mitigatore nei confronti di irraggiamento solare e clima.
La nuova sequenza che si verrebbe così a creare piazza/museo/piazza/chiesa/parco/scuola garantirebbe un notevole innalzamento del livello qualitativo dell’intera borgata.

Visione dell’area di intervento da più punti di vista.

L’hub di comunità

Le funzioni previste per il piano terra, dove si troverà il salone polifunzionale narrativo illustrato nel render (studio Mjras e Marchingegno).

I beneficiari diretti di questo progetto saranno in primis i vecchi e nuovi abitanti di Metaurilia, i protagonisti di una comunità in divenire che attraverso la sistemazione dell’edificio del magazzino potranno contare su un luogo di recupero e valorizzazione della memoria e dell’identità storica della borgata, dove al tempo stesso verranno ospitati nuovi servizi culturali e ricreativi essenziali per gli abitanti.
La nascita dell’ecomuseo si propone dunque come un intervento di attivazione sociale per la comunità locale e al tempo stesso come azione volta a saldare e a rafforzare i legami intergenerazionali.
In prospettiva, l’operazione che si intende portare avanti rappresenterà anche un investimento per lo sviluppo socioeconomico del territorio, offrendo un’identità rinnovata e nuove occasioni di incontro, di scambio e di crescita a molteplici realtà sociali e produttive locali.
I primi a beneficiare di questo intervento saranno naturalmente i membri della comunità dell’Associazione Albatros, i quali potranno godere di nuovi e più idonei locali per le proprie attività sociali e ricreative, potendo garantire così anche un’offerta più forte e variegata di servizi alla comunità.
Un altro target potenziale è quello dei turisti. Il nuovo centro potrà infatti fungere da hub di ingresso al territorio, con una narrazione coinvolgente ed esperienziale pensata per la comunità dei turisti balneari che ogni anno ritorna sulle spiagge locali.
Ma oltre ai turisti che già frequentano la borgata, l’ecomuseo avrà un potere attrattivo anche per i visitatori che ad oggi soggiornano a Fano, Senigallia, Pesaro e che potranno essere intercettati grazie alla costituzione di un’offerta distintiva e competitiva, che faccia
del titolo “Orto di mare” un marchio di ospitalità e di servizi turistici ben definiti e riconoscibili, legati all’identità e alla mission dell’ecomuseo.
Negli ambienti dell’ecomuseo i turisti e i residenti potranno godere ad esempio di servizi ristorativi coerenti con il genius loci di questo orto affacciato sul mare, ma anche di attività ricreative, laboratoriali e artigianali che dialoghino con le specificità e le tradizioni del territorio: bar-punto informativo, cucina attrezzata, salone polifunzionale, sala studio e co-working, laboratori, uffici, e toilette al piano terra, sale espositive al piano superiore.

La narrazione

L’identità storica di Metaurilia offre una chiave di lettura che riconduce al tema del “doppio”, a due dimensioni che insistono sullo stesso spazio ma che generano due scenari differenti. Questa la chiave di lettura dell’ecomuseo proposta da Roberto Bua, dello studio Mjras di Urbino, ed Alessandra Panzini con Andrea Tonelli dello studio Marchingegno di Ancona.
Da una parte la razionalità, la regola, la funzionalità, che hanno dato forma alla borgata di Metaurilia disegnando i lotti dei terreni, le case, le stanze, progettando anche i tempi di vita, le attività produttive, le dinamiche sociali.
Dall’altra parte la spontaneità, la libertà, la ribellione, che hanno aggiunto all’utopia disegnata a tavolino spazi, abitudini e pensieri non previsti e che hanno dato vita a una comunità in continua evoluzione.
Questa chiave di lettura caratterizzerà tutta la narrazione lungo il percorso museale, offrendo in ogni ambiente un duplice spunto di conoscenza e di riflessione: il racconto della Metaurilia pensata e voluta, che parla di sé attraverso le testimonianze fisiche
tangibili, e quello della Metaurilia delle persone che hanno dato vita a questi luoghi, trasformandoli e adattandoli nel tempo.

Il percorso narrativo al piano terra, ed al piano primo soppalcato.

La sequenza narrativa

1. Metaurilia: città di fondazione
L’ingresso del museo si presenterà come un luogo ibrido, suggestivo e dal forte impatto visivo. Al suo interno verranno ospitati il bar, un bookshop, la biglietteria, ma tutte queste funzioni si dovranno amalgamare in uno spazio pensato per colpire l’immaginazione del visitatore e per introdurlo al tema delle città e delle borgate di fondazione.
Lo scopo è quello di inserire Metaurilia in un panorama più ampio di luoghi sorti per volontà politica o opportunità economica e che poi hanno intrapreso un’evoluzione autonoma e spontanea. Questa lettura accomuna in particolare Metaurilia con il sistema delle città e dei villaggi operai nati tra ‘800 e ‘900. Al fine di creare una rete ideale tra alcune di queste realtà, potranno essere presentati siti geograficamente vicini come il villaggio minerario di Cabernardi a Sassoferrato e realtà affini storicamente, come Pontinia e Sabaudia, sorte con la stessa visione che ha portato alla nascita di Metaurilia, ma anche l’ottocentesco villaggio di Crespi d’Adda o Metanopoli, nata più tardi dai progetti di Enrico Mattei.

1. Ingresso al piano terra: Metaurilia città di fondazione.

2. Nascita di una borgata rurale
La sala principale, posta al primo piano, rappresenta il cuore della narrazione museale. Qui andrà trattato il tema della nascita di Metaurilia, sorta come prototipo di un ambiente ideale per il ritorno dei cittadini alla vita rurale; una prototipizzazione che coerentemente con il disegno politico dell’epoca si spinge fino a tracciare i caratteri identitari della quotidianità dei metaurili, disegnando a tavolino anche spazi comuni e ambienti privati: il disegno della borgata, gli ambienti di vita, gli spazi di comunità.

Il reperto d’eccezione, ovvero le maioliche di Metaurilia, sarà oggetto di una particolare valorizzazione scenografica che ne esalti la peculiarità e la rilevanza storica.

2. Sala principale al primo piano: nascita della borgata.

3. Orti e genio dei Metaurili
Il secondo ambiente al piano superiore proporrà un approfondimento sulla fortuna di Metaurilia legata alla coltivazione dei cavolfiori e dei pomodori, ripercorrendo l’evoluzione di questa attività dall’economia controllata sotto il fascismo alla nascita della cooperativa nel dopoguerra.

Nell’illustrare la storia di cooperativa e fabbrica sarà possibile mostrare anche alcuni aspetti legati alla quotidianità dei metaurili: dal ruolo delle donne nella lavorazione delle conserve, al punto di aggregazione presso l’alimentari della cooperativa, arrivando a introdurre un focus sul genio dei metaurili, artefici di soluzioni come la macchina calibratrice per la selezione degli ortaggi nella fabbrica o come i binari per il trasporto delle cassette piene di ortaggi tra i vari terreni.

3. Sala minore: orti e genio dei Metaurili.

4. Confini e orizzonti
Il quarto ambiente sarà dedicato a quattro elementi chiave che integrano l’identità storica ed attuale di Metaurilia, caratterizzandone anche tradizioni, risvolti socio – antropologici e tutto ciò che rientra nel patrimonio culturale immateriale di questa comunità, ciascuno nella sua ambivalenza, nel suo “doppio”: il mare come fonte di sostentamento con la pesca prima, e coi bagnanti poi, il fiume per il tempo libero ed il fiume come minaccia, la strada come spazio dell’incontro e spazio della morte, il tempo passato ed il tempo futuro.

4. Soppalco: i 4 elementi (mare, fiume, strada, tempo).

5. I Metaurili
Nello spazio al piano terra dedicato alle consumazioni saranno inseriti contenuti riguardanti le storie di singoli personaggi di Metaurilia, testimoni di un proprio vissuto ma anche rappresentanti di tematiche che hanno interessato tutta la comunità.
Le storie potranno essere veicolate attraverso 4 schermi interattivi, inseriti in campane sonore isolate in corrispondenza di altrettante colonne.

4. Salone polifunzionale al piano terra: i personaggi di Metaurilia.

2020-10-25T22:57:40+00:00

Condividi questa storia! Scegli la tua piattaforma

Torna in cima