Orto n. 26

Famiglia Iacucci

ADAMO, L’INVENTORE DELLA MACCHINA CALIBRATRICE

PRIMA DELL’ARRIVO A METAURILIA

La famiglia  abitava in una casa di via Pisacane posta di fronte all’incirca all’ex Mulino Albani, vicino alla stazione. Adamo viveva nella casa paterna coi genitori, una zia zitella, la moglie Teresa Gambelli ed i figlioletti Dante (1928) e Livia (1930). La genialità di Adamo si manifesta sin dalla giovane età nella destrezza con cui apprende le tecniche orticole, nell’abilità artigianale, nell’inventiva. Col pensiero è sempre avanti.  La famiglia narra che appena adolescente pensò di poter volare gettandosi dalla finestra con un ombrello aperto!

I PRIMI TEMPI A METAURILIA

Quando esce il bando per Metaurilia Adamo fa domanda, non tanto perché in stato di indigenza, ma forte della sua abilità di orticoltore, vuole staccarsi dal nucleo familiare dei genitori, mantenere autonomamente la propria famiglia e quella del fratello che, in punto di morte a seguito di ferite di guerra, gliela affidò. Giudicato ottimo agricoltore non riesce comunque ad ottenere una casetta del primo lotto. Viene ripescato più tardi, nel 1936, subentrando a Mencarelli Oddo. Adamo in breve tempo diventa il punto di riferimento per tutti i coloni nelle tecniche orticole: quando Adamo semina, tutti seminano, quando Adamo annaffia, tutti annaffiano. “Ah, se lo fa Adamo, vuol dire che va bene fare così”: mormorano i Metaurili.

ADAMO ED IL SUO GENIALE IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

La creatività di Adamo Iacucci è sempre in fermento, non si arrende davanti alle fatiche imposte, mentre le sue mani lavorano, la sua mente viaggia nel cercare nuove soluzioni tecnologiche per alleviare il lavoro. Mentre tutti i coloni si spezzano la schiena per portare l’acqua dal pozzo ai campi, percorrendo anche centinaia di metri coi secchi, o al più si ingegnano con una canalina in cemento, Adamo immagina e realizza una sorta di irrigazione sotterranea, con delle bocchette che fuoriescono in vari punti del campo, a cui lui può attaccare il tubo per annaffiare. Commette un solo grave errore: parlarne con un amico, che presto gli soffia l’idea e la brevetta. Ma questa esperienza gli farà scuola.

Livia sposa Dino Campanelli (orto 33).

Adamo Iacucci

ADAMO L’INVENTORE DELLA MACCHINA CALIBRATRICE

La macchina calibratrice, capace cioè
di cernire i frutti a seconda della pezzatura.

Una volta raccolte le gran quantità di pomodori, suddividerli per pezzatura e distribuirli nelle varie cassette richiede molte persone, molta competenza e attenzione. Gran perdita di tempo, troppa fatica. Bisogna trovare una soluzione più efficiente. Adamo, osservando i difetti della macchina di Rupoli, l’esportatore cui conferiva il raccolto, comincia ad immaginare delle reti a buchi progressivamente crescenti, che ruotano trasportando i pomodori, che via via cadono in fori sempre più grandi. Realizza un prototipo in legno e corre a brevettarlo a Milano, il 3 luglio 1947, brevetto n. 433276.

IL MATRIMONIO DELLA FIGLIA LIVIA

Livia Icucci, figlia di Adamo, si sposa nel 1951 con Dino Campanelli, della casetta n. 33 sette casette più in là verso Torrette. Dino è figlio unico, e Livia va a vivere coi suoceri. E nel 1953 nasce Sonia.

La secondogenita Livia
con la figlioletta Sonia e la sorella Rita