Orto n. 33
Famiglia Campanelli Carlo (Campanel)
ROSA CHE PARLA AGLI ANIMALI
PRIMA DI METAURILIA
Carlo e la moglie Ferri Rosa vivono a Cuccurano ed hanno un unico figlio, Dino. La loro è una famiglia contadina. Rosa lavora alla fornace Solazzi e deve spesso toccare con le mani i mattoni bollenti. E’ lei, donna intraprendente, che appena viene a sapere del bando di Metaurilia, nel 1934, va in città a fare tutte le pratiche del caso. In famiglia sono solo in tre, hanno un unico figlio, Dino, nato nel 1929. I requisiti non sarebbero proprio quelli giusti, ma Uguccioni, del vivaio di Ponte Metauro ci mette una buona parola. Uguccioni conosce Dino, perchè due dei suoi fratelli, Mario e Valerio, vivono presso il vivaio ed ogni tanto lo chiamano per qualche lavoretto. Già a novembre del 1934 viene loro assegnato un orto, ma la casetta non è ancora terminata. Così si trasferiscono per qualche mese in affitto in un casolare nei pressi, per poter già lavorare e seminare la terra loro assegnata. Entreranno nella nuova casa nell’estate del 1935.
La Fornace Solazzi, dove lavora Rosa.
FINALMENTE A METAURILIA
Anche loro, come tanti, piantano in fondo al campo, attaccato la ferrovia, la vigna con alcune piante di moscatello dolce, che sono una vera delizia.
Carlo èun uomo casalingo, non gli piace andare al bar. Ama moltissimo la sua Rosa. Tra i due il rapportoè molto tenero, fatto di complicità, pace e carezze.
Rosa è una donna forte e risoluta, ma capace anche di grande tenerezza. Ama tantissimo gli animali. Chiama per nome anche il maiale, i polli e i conigli.
Dino è un bravo ragazzo, ma non ama l’orto. Ama la pesca, il mare lo chiama.
Si sposa nel 1951 con Livia Iacucci, della casetta n. 26, 7 casette più in là verso Fano, e rimangono a vivere a casa Campanelli.
Nel 1953 nasce Sonia e fa la conoscenza di Grisby, il primo cane pastore di nonna Rosa.
Intanto Dino viene assunto da Montanari Navigazioni e rimane in mare per mesi e mesi, lontano da casa e dalla sua bambina.
In estate, mentre i nonni e mamma Livia curano l’orto, Sonia frequenta l’asilo estivo presso il nuovo edificio scolastico vicino alla chiesa. D’inverno l’asilo non c’è, perchè la scuola è utilizzata per 2 pluriclassi elementari. Successivamente Sonia frequenta le elementari a Metaurilia, che con due sole aule è piuttosto sovraffollata. La famiglia decide quindi di farle frequentare la quinta elementare a Fano, presso le Pie Venerini. E’ il 1963 ed oramai c’è l’autobus.
UNA SCIMMIA E DUE PAPPAGALLI
L’ultimo viaggio tiene lontano Dino dalla famiglia per ben 2 anni consecutivi sulla motonave “Cristina”, direzione Brasilia, città di nuova edificazione, dove Montanari esporta gli inerti per la sua costruzione.
Dino, che condivide con la mamma la stessa passione per gli animali, ritorna dal Brasile con una scimmia e due pappagalli, e Rocky, un altro pastore tedesco, che durante il lungo viaggio dal Sudamerica gli fanno tanta compagnia. Una volta sbarcato deve però lasciare la scimmia in uno zoo a causa delle leggi italiane che non consentono l’importazione di animali esotici. Rocky e i due pappagallini invece arrivano a Metaurilia. Si chiamano Loreto e Checco, uno è muto e l’altro un gran chiacchierone: sa dire il suo nome, ripete ogni parola, e chiama il “cuoco” quando vuole le sementi di girasole. Rocky, Loreto e Checco diventano la gioia di Rosa e della nipotina.
Sonia a scuola con l’amica Loretta Lumachi
AMORE DI NONNA
Rosa e Carlo con la nipotina Sonia, 1963
Ma nel 1964 il povero Rocky viene ucciso dalla Statale, investito da una macchina. A questo dolore se ne aggiunge uno molto più grande. Nel 1965 muore Dino di un brutto male. Carlo non regge a questa disgrazia e muore di crepacuore l’anno successivo.
Mamma Livia e nonna Rosa si ritrovano sole a crescere Sonia e decidono di riempire il vuoto con una coppia di …. pastori tedeschi: Lord e Lady.
Livia, che fino ad allora ha sempre fatto la magliaia d’inverno e l’ortolana d’estate, cerca lavoro come governante e lo trova prima a Milano, poi a Cuccurano, presso la famiglia del direttore della Fornace Solazzi, Falcioni. Ma si ammala di cuore, e forse anche di depressione, e non regge.
Torna a casa, dove intanto Sonia si è diplomata, accudita dalle cure di Rosa, nonna amorevole sia con lei sia con i suoi tanti animali con cui chiacchiera continuamente. Sonia nel 1972 si impiega nell’azienda degli zii Iacucci, così Livia finalmente può rimanere a casa.