Conserva, ma anche marmellate e lardo. E ovviamente, cavolfiori.
La fabbrica della conserva
Le 115 famiglie di Metaurilia devono, da contratto, conferire esclusivamente al Consorzio Agrario, che utilizza un capanno dell’orto 23 di Sorcinelli come magazzino. Ma anno dopo anno la produzione di cavoli e pomodori cresce esponenzialmente. Così nel 1939 viene costruito un nuovo magazzino al posto del precedente, più ampio ed adeguato. Ma a settembre del 1943 succede il patatrac: cade il fascismo e Badoglio firma l’armistizio. I fascisti sono in fuga ed i Metaurili si trovano improvvisamente liberi di conferire a chi vogliono. Nel 1946 costruiscono addirittura un proprio magazzino ed il Consorzio si trova costretto a modificare la propria attività. Ed ha così un’idea geniale: trasformare il magazzino in “Fabbrica della Conserva”.
Il Consorzio Agrario a Metaurilia
1938. Il magazzino del Consorzio Agrario prima dell’intervento di ampliamento. Si notino i carretti carichi di cavolfiori. 1939 Planimetria dell’ampliamento.
Anni Cinquanta. Minestrini (orto 25) e Sorcinelli (orto 23) in posa nei pressi della fabbrica e Primo Minestrini che annaffia i suoi cavolfiori con la fabbrica sullo sfondo. Si noti la canna fumaria che allora caratterizzava il profilo dell’edificio.
Nel 1939 il magazzino dell’orto 23 di Sorcinelli, utilizzato dal Consorzio Agrario come magazzino per il conferimento di cavoli e pomodori, è ormai insufficiente. La produzione nel giro di pochissimi anni è cresciuta proporzionalmente alla realizzazione via via dei 115 orti, ed all’accrescersi dell’esperienza degli ortolani. Il Consorzio Agrario presenta quindi in marzo un progetto di “Sistemazione e ampliamento dei locali adibiti alla lavorazione ortofrutticola in Metaurilia”, redatto dal tecnico di fiducia: l’ing. Lino Patrignani.
Nel 1946 il Consorzio decide di modificare la destinazione d’uso dell’edificio: si trasforma in fabbrica della conserva, che lavora intensamente d’estate per trasformare i pomodori troppo maturi in conserve, mentre nelle altre stagioni svolge compiti di stoccaggio ed imballaggio dei prodotti dell’orto.
Dà lavoro stagionale a tantissime ragazze e spose di Metaurilia (e non solo), supportate dalla scuola materna estiva organizzata per i piccoli nell’edificio scolastico nei pressi dello stesso piazzale dal 1954.
La fabbrica chiuderà i battenti nel 1967 e verrà acquisita da privati. Diventa quindi un Bowling prima ed un Night fino alla fine del 2018. Ora è un casermone semivuoto senza più il suo camino, ed attende un ripensamento in virtù del suo grande significato identitario, economico e storico per la borgata, e della sua posizione strategica sul piazzale centrale della Borgata.
Anni Settanta. La fabbrica della conserva dopo la dismissione e cessione a privati.
Ortolani in fabbrica
1955. Fernando Bertozzi con la moglie Concetta Bastoni, il piccolo “apprendista” Gabriele Battistelli, dell’orto 84 ed un operaio.
Operaie in posa nei pressi della fabbrica. Si riconoscono Olga Palazzi (orto 43), Fiorella moglie di Primo Minestrini (orto 25) e Nella Tebaldi, sorella di Wanda moglie di Dino Sorcinelli (orto 23).
Fernando Bertozzi è negli anni Cinquanta il capofabbrica. E’ il nipote del primo capofabbrica, …………………… ed abita con la moglie Concetta Bastoni dietro l’edificio.
Ha grande esperienza perchè proviene da Parma, da cui arrivano anche i macchinari di rame. Parma è in quegli anni il polo leader nel settore della trasformazione dei prodotti dell’ortofrutta.
La fabbrica prende il nome di CAM (Conserve Alimentari Metaurilia) e lavora i pomodori rossi in stato di maturazione troppo avanzato per partire per l’estero (quelli devono essere verdi perché poi nel viaggio diventano rossi) o per la piazza (questi devono essere rossi, belli, sodi e freschi).
La lavorazione del pomodoro dura circa due mesi, da metà luglio a metà settembre. Vengono lavorati il pomodoro tondo liscio ed il pomodoro costoluto. Negli altri mesi si sperimentano altre produzioni: pelati, marmellate, frutta sciroppata, addirittura il lardo in barattolo.
La fabbrica della conserva dà lavoro a circa 50 donne e a pochi uomini, cui sono riservati i lavori più duri: fuochista, facchino e addetto alla “bolla” ovvero il recipiente in cui cuoce il pomodoro. Il lavoro è suddiviso in 3 turni quotidiani di 8 ore ciascuno. Le donne arrivano fin da San Costanzo, e si fanno a piedi o in bicicletta i 4 km a scendere, ed i 4 km a salire al ritorno. A quelle che vengono da così lontano è risparmiato il turno notturno, a meno che non abbiano trovato un posto letto in affitto in qualcuna delle casette di Metaurilia. Il Marmurin dell’orto 15 ospita una di queste ragazze e si inventa, per chi viaggia in bicicletta, un servizio di assistenza gomme.
Le operaie portano la cuffia in testa, ed un grembiule a quadrettini bianchi e rossi.
Fernando Bertozzi prende inoltre come apprendista, nel 1955, il tredicenne Gabriele Battistelli, dell’orto 84, e lo accoglie come il figlio che non ha: oltre ai segreti della fabbrica gli insegna a guidare la Topolino, a fare il saldatore, l’elettricista, ad inventare soluzioni ad ogni tipo di problema
tecnico. Gabriele impara velocemente e col tempo diventa il punto di riferimento di tutti, in fabbrica.Nel 1959 Bertozzi e la moglie vengono trasferiti altrove. A condurre la fabbrica di Metaurilia arriva invece Ermete Lori.
La fabbrica della conserva chiuderà nel 1967. Il mercato del pomodoro termina infatti prima di quello del cavolfiore.
Anni Cinquanta. La macchina calibratrice, l’invenzione di Adamo Iacucci dell’orto 26, in funzione presso la fabbrica della conserva.
1955 circa. Il capofabbrica Bertozzi posa davanti alla fabbrica con la moglie, il piccolo Gabriele e tutti i suoi operai.