Orto n. 84

Famiglia Battistelli (Mularin)

Gabriele, il calciatore

PRIMA DI METAURILIA

La casetta dei Battistelli è sorta nel 1925, prima di Metaurilia

La casetta 84 rappresenta un fatto unico a Metaurilia. Esisteva già prima del 1934, prima della bonifica, come le coloniche di Aiudi, Cingolani, Sorcinelli, o le casupole di fronte, quelle di Ferri e Lepri. Ma era diversa. Era una villettina, costruita nel 1925 sui terreni della Contessa Saladini Montevecchio da Nazzareno Battistelli, originario di Fosso Sejore, che era il capo-operaio della contessa.

Pur somigliando tipologicamente alle case dei Metaurili, aveva delle finiture di pregio: lo stemma della contessa, un cornicione rifinito, una cancellata di bella fattura che dava distinzione alla famiglia.

Quando la Contessa vende i terreni del I lotto al Comune per realizzare la Borgata,Gino Battistelli, l’unico figlio maschio di Nazzareno, firma il contratto col Comune, e  diventa ortolano. O per meglio dire lo diventa la moglie Luisa Belogi, perché Gino per 10 anni,  dal 1935 al 1945, è sempre in guerra, dall’Etiopia alla Russia.

I PRIMI TEMPI A METAURILIA

Gino e Luisa avranno due figli: Tonino, del 1935 e Gabriele, del 1942.

Tra il 1943 e il 1944 la famiglia scappa da Metaurilia per sfuggire ai violenti bombardamenti alleati al Ponte Metauro, troppo vicino alla casetta 84. Si trasferiscono con tutte le bestie dai Santini, detti “Spaccapel”, sulla salita della Tombaccia, davanti alla stradina che oggi va al Tiro a Volo.

Riconoscimento militare a Gino Battistelli, 1938

DALLA SCUOLA,  ALLA FABBRICA…

1950, Gabriele nel giorno della Prima Comunione

Terminata la guerra i Battistelli tornano a Metaurilia e si stringono per fare posto ad Anita, una delle sorelle di Gino, che si ritrova vedova di guerra, con due figli piccoli da crescere, Carlo di 10 anni e Renato di 7.

Gabriele comincia la scuola elementare nel casolare dei Belogi, che sono anche suoi parenti. La maestra fa lezione nel “silos”, cioè il deposito sopra al fienile. Per scaldarsi d’inverno si utilizzano delle stufette a legna.

Gabriele nel casolaredie Belogi è di casa: Luisa, la mamma, è cresciuta lì. Sull’aia Gabriele ha imparato a camminare usando, a mò di girello, un cesto rovesciato con un buco al centro. Sulla stessa aia ha imparato ad andare in bicicletta con la bici della mamma perchè essendo senza canna, un bimbo di 6 anni come lui, stando in piedi, riesce a pedalare. Quattro “rutulon” e via.

Gabriele è però allergico alla scuola. Sta veramente male. Gli viene sempre la febbre. E forse è anche arrabbiato. Il bel campetto da calcio di fianco alla chiesa, dove passa tutti i pomeriggi a giocare a pallone, viene ridotto ad un piccolo giardinetto, perché sopra il Comune ci costruisce proprio la scuola nuova.

Babbo Gino, non sapendo che pesci prendere, prega quindi a il capofabbrica della CAM (Conserve Alimentari Metaurilia) Fernando Bertozzi di prendere Gabriele come apprendista. “Basta che lo tieni lì…”, gli chiede Gino.

E’ il 1955. La fabbrica aveva aperto nel 1946, subito dopo la guerra, nel magazzino del Consorzio Agrario costruito a fianco del casolare di “Marcantugnin”, per lavorare i pomodori rossi in stato di maturazione troppo avanzato per partire per l’estero (quelli dovevano essere verdi perché poi nel viaggio sarebbero diventati rossi) o per la piazza (questi dovevano essere rossi, belli, sodi e freschi).

…AI CAMPI DA CALCIO

Al centro Fernando Bertozzi, capofabbrica, e la moglie Concetta Bastoni, in basso il piccolo Gabriele

Il capofabbrica Bertozzi è di Parma e abita con la moglie Concetta Bastoni dietro la fabbrica. Sono di Parma anche i macchinari. Parma è infatti il centro leader nel settore della trasformazione dei prodotti dell’ortofrutta.

Ferdinando con la moglie, accoglie Gabriele come il figlio che non ha: oltre ai segreti della fabbrica già a 13 anni gli insegna a guidare la Topolino. E a fare il saldatore,l’elettricista, ad inventare soluzioni ad ogni tipo di problema tecnico.

Così per 4 anni. Poi Bertozzi e la moglie vengono trasferiti, è il 1959, a Cannara, poi a S. Felice sul Panaro ed ancora a Pomposa. E Gabriele come un figlio devoto va spesso a trovarli, ovunque essi siano a portare il loro sapere. A condurre la fabbrica di Metaurilia arriva invece Ermete Lori, la cui famiglia vive ancor oggi a Ponte Sasso.

Gabriele impara da tutti e diventerà il punto di riferimento di tutti, in fabbrica. Ma coltiva sempre la sua passione per il calcio: gioca nel Fano per diversi anni, e diventa poi allenatore di generazioni e generazioni di ragazzi. La fabbrica della conserva chiude nel 1967. Il mercato del pomodoro termina infatti prima di quello del cavolfiore. Gabriele, dipendente del Consorzio, che anni prima aveva rilevato la fabbrica, viene trasferito a Pesaro al magazzino ricambi.

La Fabbrica della Conserva con il camino, vista dal retro

1962, Gabriele Battistelli nell’Alma Juventus Fano