Orto n. 43

Famiglia Palazzi

OLGA, LA CERNITRICE DI CAVOLI

PRIMA DELL’ARRIVO A METAURILIA

La famiglia Palazzi è originaria di Montelabbate. Parlava quindi pesarese ed era soprannominata  Marson.

Il nonno Luigi viveva già a Metaurilia, che allora si chiamava Sant’Egidio, in una colonica. Ebbe 4 figli: Angelo (1895), Domenico, Nunziata e la “monaca”. Angelo a sua volta, con la moglie Ersilia, ebbe 6 figli: Aldo (1920), Attilio (1922), Antonio (1924), Olga (1926), Maria (1929) e Ada (1936).
La famiglia di Angelo viveva poco lontano, in affitto presso i Biagella, nella stradina che oggi si trova davanti alla Chiesa. Angelo faceva parte della Cooperativa Braccianti, che lavorava per le ferrovie. Ogni giorno andava a piedi fino a Marzocca. Partiva alle 5 della mattina e tornava alle 7 della sera. Anche la moglie Ersilia lavorava a giornata fuori casa.
Il terremoto del 1929 portò danno alla casa, tanto che per andare al bagno bisognava passare da una finestra.
La casa dove vivevano era composta di una sola stanza dove dormivano tutti assieme. Si dormiva su tavole. I materassi erano fatti con un sacco che aveva 2 buchi per parte, lungo le cuciture dove si infilavano le foglie di granturco, che una volta l’anno si dovevano rinnovare.
Durante l’inverno i bambini, soli in casa, per non patire il freddo andavano a casa dei vicini, dove il camino era sempre acceso. Davanti al fuoco non si dovevano muovere, altrimenti il padrone si arrabbiava e li cacciava via. Ma ad un certo punto le gambe cominciavano a scottare e stare fermi era impossibile. Così succedeva che dopo un po’ i bambini uscivano, e poi infreddoliti rientravano e via così.

I PRIMI TEMPI A METAURILIA

La nuova casetta di Metaurilia era un sogno! Aveva una bella cucina grande col camino e 3 camere da letto: in una dormivano i genitori, in un’altra i maschi e nell’altra ancora le femmine. La casa aveva anche una stalla per il vitello, il maiale ed i polli. Sul retro c’era poi la latrina. La famiglia di Angelo Palazzi, si trasferì  nel 1935. Il babbo per rispettare il contratto colonico, fu obbligato a lasciare il lavoro alle ferrovie per dedicarsi a tempo pieno all’orto. La terra non era pronta per la coltivazione. Nel primo periodo dovettero spianarla, soprattutto per via di una specie di duna tra la casa e la strada. Dovettero quindi chiudere un fosso che andava dalla strada al mare e chiudere un antico pozzo (di Sorcinelli ed Aiudi) vicino alla ferrovia, dal quale uscivano dei serpenti. Ciascun orto infatti era dotato di un nuovo pozzo vicino alla casa. La casa

DISGRAZIE SULLA STATALE ADRIATICA

Ada Palazzi con il vicino
Luciano Lumachi, anni ’50

Anche la famiglia Palazzi conta un incidente grave sulla Statale Adriatica: Ada, la sorella adolescente di Olga, a passeggio in bicicletta con altri amici a Ponte Sasso nel primo dopoguerra  rimane in coda al gruppo e viene travolta da una Topolino guidata da un signore di Fossombrone. Batté la testa e…

Attilio Palazzi durante l’addestramento militare,
primi anni ’40

LA VISITA DEL DUCE

I primi tempi furono difficili. Siccome non riuscivano a pagare le bollette, ai Palazzi fu staccata la luce. Proprio in quel periodo un giorno Olga vede passare 7-8 macchine nere, la milizia. E dice: “Eh mama la gent che riva. Vien oltre ntel stradon. Van da Giomi”.
Dopo essere passati da Giommi, due della scorta con il Duce in persona al seguito, arrivano dai Palazzi. La mamma Ersilia nel frattempo stava preparando sul camino il pancotto per la piccola Ada da svezzare. E’ il 1936. Il Duce gioca con delle sementine appoggiate sul tavolo quindi chiede ad Olga: “Quanti anni hai?” E lei risponde “10 anni”. Le cinge le spalle e dice: “Sei una signorina”. Quindi srotola il pacco e taglia una striscia di banconote equivalente a 500£. Poi saluta dicendo alla mamma: “Fai un nuovo grembiulino alla figliola”.
Si dice che se soltanto avesse provato ad accendere la luce, ed avesse scoperto che era stata staccata, il duce si sarebbe arrabbiato moltissimo ed avrebbe destituito il Podestà. Ma Angelo non era presente, ed alla mamma non venne in mente di dirlo.

OLGA, L’ESPERTA CERNITRICE

Olga al centro, in seconda fila,
con le colleghe operaie al magazzino

Quando abitava dai Biagella, Olga fece le scuole a Ponte Metauro. Ripetè due volte la prima e due volte la seconda. Una volta trasferita nella casetta di Metaurilia, fece la terza e la quarta a Torrette. Ricorda che gli unici soldi che la mamma dava ai bambini erano per il gelato, quando passava il gelataio col suo carretto, che veniva a piedi da Fano. Si chiamava Gianni.
Da ragazza, assieme all’amica Renata Anniballi (orto n. 13), andava a cernire i cavoli presso gli altri ortolani, fino alla Metaurilia Seconda. Dovevano distinguere i cavoli da 24-18-12 o 9. Il più grosso era il 9. I numeri indicano quanti cavoli entrano nella gabbia.
Ma già da bambina lavorava i campi. Già a 13 anni faceva la pasta ed il pane per tutti, perchè la mamma fu ricoverata per una malattia.