Orto n. 25
Famiglia Minestrini
PIETRO, “IL SANTO BEVITORE”
PRIMA DELL’ARRIVO A METAURILIA
Pietro Minestrini, nato nel 1895 a Ponte Sasso, il colono assegnatario della casetta n. 25 (23 il numero originario), viveva assieme alla moglie Ersilia ed ai figli Primo, nato nel 1926, ed Angelina, più grandicella, in una delle case popolari di Villa Uscenti, ovvero quelle casine di fila davanti all’attuale Metano, in viale Piceno. La famiglia viveva in grave condizione di indigenza: Pietro, disoccupato, beveva molto ed era spesso brillo. Ersilia tirava avanti la famiglia facendo la balia. Per scaldarsi d’inverno babbo Pietro faceva correre tutti quanti intorno al tavolo tenendo il passo con il suo: “Oppi oppi”!
I PRIMI TEMPI A METAURILIA
Nel 1935 si trasferirono a Metaurilia. La casa, tutt’ora esistente, seppur irriconoscibile in quanto ampliata in larghezza ed altezza, si trova nei pressi della chiesa, la seconda in direzione Marotta, lato mare. Dopo il faticoso dissodamento del terreno quale fu il primo pensiero di Pietro? Ovviamente la vigna!
IL CAGNOLINO DEL “SOR MOMO”
Primo Minestrini, figlio di Pietro
Primo Minestrini entrò nelle simpatie del “Sor Momo Solazzi” (Girolamo Solazzi, noto signorotto di Fano) che veniva a caccia in queste zone e ne divenne letteralmente il “cagnolino”: seguiva il signore nella caccia ed andava a cercare e raccogliere le prede colpite! Questa collaborazione gli valse l’esonero dal servizio militare: Primo fu dichiarato “rivedibile” grazie all’interessamento del “Sor Momo”.
Come passa tempo si giocava a bocce
allo spaccio dei Pascucci, nella casetta a fianco.
Il colono assegnatario: Pietro Minestrini
PIETRO “IL SANTO BEVITORE”
Si narra che Pietro ogni tanto, di nascosto, andava a bere il vino direttamente dalla botte: faceva di un gambo di canna una cannuccia e la infilava dall’alto nella botte. Beveva finché raggiungeva l’orlo del vino. Quando in anni più recenti sono state rottamate le botti originali, sono state trovate montagne di cannucce nel fondo delle botti.
INCONTRI E MATRIMONI. LA FAMIGLIA CRESCE
Fiorella, moglie di Primo,
con in braccio il piccolo Franco (1951).
Nel dopoguerra Primo, per procurare grano alla famiglia, veniva mandato a “spigare” nei terreni agricoli dei coloni e dei mezzadri. Aveva circa 20 anni. La “spigatura” consisteva nella ricerca delle spighe residue rimaste nei campi dopo la trebbiatura. Fu proprio così che incontrò la bellissima Fiorella Carletti, in un podere di Torrette, ai piedi della strada per S. Croce. La ragazza pascolava le pecore per il padrone. E fu amore! I due ragazzi si sposarono nel 1950 e nel 1951 nacque Franco.
Angelina invece non dovette arrivare fino a Torrette per trovare l’amore: le bastò attraversare la strada e trovare Alceste Pucci (orto 78).
Primo rimase quindi ad abitare coi genitori nella casetta n. 25, Angelina invece andò a vivere di fronte, nella casa dei Pucci.
IL GIOCO DELLE BOCCE
Vicino alla casa della famiglia Minestrini, di fianco alla casa di Pascucci c’era anche il gioco delle bocce, tutto circondato dalle belle piante ombrose d’alto fusto. Durante il giorno, quando gli adulti erano al lavoro, ci giocavano i bambini a “filotto”, con le palline che i bambini trovavano nei tappi delle bottiglie dello Stock 84. Si mettevano in fila verticale queste palline e l’obiettivo era colpire quella più lontana guadagnando tutte quelle dietro.