Il sor Momo, signore della caccia e dei cavoli

il possidente Girolamo SOLAZZI

Il “sor Momo” spunta qua e là nei racconti dei Metaurili di allora, protagonista indiscusso di divertenti ed affettuosi aneddoti di caccia. Ma chi è?

Il signore della caccia

Girolamo (il sor Momo) Solazzi, al centro

Il sor Momo, Girolamo Solazzi, nasce a Fano nel 1887. Suo nonno, Girolamo come lui, nato nel 1815 in Umbria, fu il capostipite dei Solazzi di Fano. Abile commerciante: esportava olio di là dell’Adriatico ed importava legnami, usufruendo del Porto di Fano. L’attività commerciale assai fiorente permise al Girolamo capostipite di acquistare diversi fondi a Fano, proprio nelle zone oggi denominate Metaurilia e Torrette.

La famiglia prosperò negli anni. Il nipote GiovanBattista rilevò dai conti Castracane, nel 1928,  la filanda di fronte alla Rocca e la Fornace di Cuccurano. Il nipote Girolamo, il sor Momo appunto,  cugino di GiovanBattista acquistò invece  la villa Paleotta e ne fece la sua abitazione principale.

Momo sposò nel 1912 Elisabetta Mavarelli-Druda, di un’antica e nobile casata umbra, nata a Cagli nel 1892. La famiglia Maravelli acquistò quale dote per la figlia, un fondo nei pressi della foce del Metauro (quello che nel 1937 diede vita al III lotto di Metaurilia).

Nel 1913 nacque la loro unica figlia, Giannangela. Poco dopo, la povera Elisabetta fu colpita da una depressione post-partum che la portò in breve alla morte. La piccola Giannangela crebbe quindi col solo padre, coadiuvata da una tata, che vivrà con lei per tutta la vita. Il sor Momo e la figlia possedevano A Fano 150 ettari di terreno.

Momo era un appassionato cacciatore. Si può dire vivesse quasi esclusivamente per la caccia. Per seguire la sua passione viaggiò molto in svariate parti d’Europa: Polonia, Ungheria, Svezia (dove conobbe il re e ne nacque una corrispondenza). E Germania.

Momo (il quarto da sinistra) amava cacciare in compagnia

Il signore dei cavoli

Momo (al centro) segue in stazione il carico di cavolfiori da esportazione

In questi paesi esteri Girolamo osservò che mangiare cavolfiori era cosa frequente ed abituale. In Germania soprattutto. Un giorno chiese da dove provenissero quei cavoli. Gli fu risposto che venivano dall’Italia, in particolare Napoli e San Benedetto del Tronto.

Di qui nacque l’idea di promuovere ed incentivare la coltivazione dei cavoli a Fano. Avviò quindi una società di esportazione denominata “Agricola Commerciale”.

Così il Carlino del 23 aprile 1942, in un articolo che presenta la fiorente produzione di cavolfiori a Metaurilia,  definisce Momo Solazzi: «Il più forte produttore della zona, l’animatore del Consorzio Agrario, che unifica e disciplina con esito tanto proficuo la fervida attività degli orticultori di Fano».

C’è ragione di credere che Momo, in quanto imprenditore agricolo, grande produttore ed esportatore di cavolfiori, possessore di circa 90 ettari di terreno tra il Metauro e Torrette,e  protagonista del Consorzio Agrario (cui i Metaurili dovevano conferire da contratto), sia uno dei maggiori ispiratori della Borgata Rurale Ortiva di Metaurilia, unica nel suo genere in Italia. I terreni del terzo lotto di Metaurilia sono i suoi, ceduti al Comune tramite permuta.

Ma per i Metaurili il «Sor Momo» rimane un benevolo, simpatico, grande cacciatore. Che si portava appresso Primo Minestrini, della casetta 25, quando era ancora un adolescente, come «raccoglitore» degli animali colpiti. E che quando voleva fare la «nocetta» sui suoi terreni alla foce del Metauro, chiedeva ad Anselmo Principi, della casetta 103, di prepararla, e dopo la caccia, smontarla. O che a novembre, al passaggio degli storni nel dopoguerra, prenotava due pullman e li riempiva dei cacciatori di Metaurilia e degli altri suoi possedimenti e li portava in Puglia, completamente spesati, per una battuta di caccia collettiva.

Nei suoi ultimi anni, lo si poteva incontrare il sabato e la domenica mattina al Caffè Centrale, in compagnia della figlia Giannangela, seduti a fare amabilmente colazione. Girolamo col bocchino, e nel bocchino il sigaro. Girolamo si spegne nel 1970, e Giannangela nel 1996.