Metaurilia e la “battaglia del cavolo”
Il paradiso del cavolo … fiore
Primo Novecento. Pullulare di carretti carichi di cavolfiori in partenza per la Germania, nei pressi della Stazione di Fano
Metaurilia è una borgata rurale nata grazie alle leggi di bonifica integrale degli Anni Trenta sotto il regime fascista. Potrebbe essere quindi annoverata ed assimilata a tante altre borgate e città più note sorte negli stessi anni: Aprilia, Sabaudia, Pontinia, Segezia, Fertilia, Carbonia ecc. In questi nuovi insediamenti si combatte la “Battaglia del Grano”, le case sono a due piani, ospitano circa 12-15 persone per coltivare 12-15 ettari. A Metaurilia no. Le casette sono ad un piano, piccoline, e la terra è di solo 1 ettaro. Con poca terra e poca spesa i potenti di Fano coglieranno con successo l’occasione di queste leggi di bonifica per combattere una propria localissima battaglia: potenziare esponenzialmente l’assai promettente mercato internazionale del cavolfiore tardivo, già avviato con successo dai fratelli Rupoli.
(Le foto d’epoca di questa pagina sono state gentilmente concesse dal Codma e da Fabrizio Franca che ne è stato a lungo il Direttore).
Un promettente mercato
Operaie al lavoro di cernita ed imballaggio dei cavolfiori.
Scrive il Il Pungolo nel 1903, rivista dell’epoca specializzata nel settore agricolo, per promuovere nel territorio provinciale la produzione di cavolfiore tardivo:
“La coltivazione del cavolo fiore per esportazione non disturba gli avvicendamenti, potendo essere fatta fra la mietitura del grano e la sementa primaverile.
Diamo quindi il benvenuto al “cavolo fiore” e facciamogli posto adeguato nei piani fertili di Pesaro, di Fano, di Fossombrone, di Urbania.
Il cavolo primaticcio si smercia per lo più in Germania (grandi quantità sono dirette a Berlino) ove si ottiene un prezzo assai remuneratore. Occorre però che la spedizione sia fatta a vagone completo, per fare il quale bastano 8.000 palle; ,e siccome i cavoli fiori non maturano tutti contemporaneamente, e la raccolta va fatta in più volte, occorre coltivarne non meno di una settantina di ettari”.
Grazie all’azione instancabile di promozione ed estensione della produzione di cavolfiori tra gli ortolani degli orti Garibaldi avviata dai più grandi esportatori ortofrutticoli di Fano, i Rupoli, 50 ettari di terra vengono così destinati esclusivamente a tale produzione. L’avvio di Metaurilia, nel 1934, raddoppia già col solo primo lotto, composto di 51 casette (e quindi 51 ettari) la produzione. Nel 1938 viene completata la borgata per un totale complessivo di 115 ettari dedicati esclusivamente alla produzione del cavolfiore tardivo di Fano (d’inverno) e del pomodoro tondo liscio (d’estate).
Nata sotto il segno del “cavolo”
Stazione di Fano. Controllo della merce prima del caricamento dei vagoni.
Il 14 aprile 1934, il quotidiano locale l’Ora scrive: “Il Podestà ed il segretario del fascio hanno chiamato a collaborare con loro uomini fattivi della città, ed è stato già approvato un progetto di massima che comprenderebbe la costruzione di un primo lotto di 25 unità poderali“.
Possiamo verosimilmente ipotizzare che tra gli «uomini fattivi» della città invitati a pensare al progetto potessero esserci:
- il vice Podestà Augusto Del Vecchio, agronomo ed Ispettore Agrario di Pesaro,
- Girolamo Solazzi, possidente di Torrette e Metaurilia e primo produttore di cavolfiori della città,
- l’elite cittadina che gestisce il Consorzio Agrario,
e che abbiano suggerito e spinto per la produzione ortiva intensiva del cavolfiore tardivo, già avviata con successo agli Orti Garibaldi dalla cooperativa di Romeo Rupoli e con un promettente mercato internazionale in espansione.
Augusto del Vecchio, l’ideatore della Borgata
14 luglio 1934. Il progetto agro-economico elaborato dall’agronomo e Vice Podestà Augusto del Vecchio
Augusto del Vecchio, in questa materia è l’esperto. E’ agronomo. Dirige l’ispettorato agrario di Pesaro, è Direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura. E il 14 luglio 1934, quando scrive la parte del progetto relativa al Conto Economico Colturale, è il Vice Podestà. Il Podestà è invece Giovanni Battaglia. Che però ad ottobre si dimette lasciando campo libero al suo Vice che ne prende il posto.
La sua proposta è quella di puntare sul cavolo tardivo, spinta dal promettente mercato in cui Fano è già inserita grazie ad importanti produttori ed esportatori locali, ed al Consorzio Agrario: il cavolfiore tardivo rende fruttuoso anche l’inverno, richiede poca manodopera, una famiglia media è sufficiente, il clima ed il terreno di Fano, e di Metaurilia, sono favorevoli, il prodotto è molto ben pagato all’estero.
Il progetto agronomico di Del Vecchio
1936. Il prospetto di avvicendamento colturale elaborato da Augusto Del Vecchio.
(dalle parole del Podestà Augusto Del Vecchio, 1936)
«[…] il cavolo dovrà occupare la quasi totalità della superficie perchè ciò è conveniente agli effetti della migliore utilizzazione del terreno durante la stagione invernale in cui ben difficilmente altre colture potrebbero assicurare un eguale rendimento.
Una così rilevante estensione di questa coltura è possibile perchè, fatta eccezione per il periodo immediatamente successivo al trapianto, non richiede cure che impegnino molta manodopera. Alla varietà tardiva, per il notevole reddito di cui è capace e per il facile collocamento che trova all’estero, dovrà essere assegnata una estensione prevalente. ll buon esito di questa varietà è d’altra parte favorito dalle propizie condizioni del clima invernale della zona, perchè l’azione moderatrice del mare vicino, impedisce l’eccessivo abbassamento della temperatura evitando il pericolo di gelate forti e persistenti.
ln ogni modo ragioni di prudenza consigliano di non trascurare del tutto la varietà precoce che si presta meglio di quella tardiva alla consociazione col grano e fornisce ottimo mangime per il bestiame nei mesi di novembre e dicembre quando cioè scarseggia il foraggio fresco».
Il quotidiano locale “L’Ora” esalta l’eccellenza fanese nella produzione del cavolfiore. Nelle foto d’epoca, estrapolate dagli album di famiglia, l’allegria degli ortolani nei giorni del raccolto.