Gli ideatori di Metaurilia abitavano nella prima cerchia di villini intorno alle mura cittadine.

I viali borghesi

Sullo sfondo la Mappa di Fano disegnata dall’ing. Cesare Selvelli del 1909: si noti in particolare il fossato che costeggiava le mura Romane da Porta Maggiore alla Liscia, il Foro Boario dove oggi c’è il Corridoni, il campo per il gioco del pallone  dove poi sorsero i capannoni del Carnevale. Nel 1909 Fano ancora per poco ha integre le mura augustee e quelle malatestiane. Nel 1934, quando inizia la storia di Metaurilia, le mura malatestiane tra Porta Maggiore e porta Cavour erano state ormai demolite, il fossato dei mulini tombato, per lasciar posto a viali, controviali e nuovi terreni edificabili su cui vennero costruiti dalla borghesia nascente deliziosi villini (edifici in giallo). In quei villini abitarono gli ideatori di Metaurilia (edifici in rosso).

Percorrendo viali e controviali che circondano il centro storico di Fano, lungo quella che era (ed ancora in parte è) la sua cerchia di mura romane e malatestiane, si incontrano le abitazioni di quel gruppo di “uomini fattivi” della città che assieme al Podestà Battaglia ed al suo vice Augusto del Vecchio idearono la Borgata Rurale di Metaurilia lanciando il business del cavolfiore tardivo di Fano. /p>

Fano si fa largo

La via del Tabacco, lungo il fosso che alimentava i mulini. In evidenza l’area dove sorgerà il villino di Servigi e gli altri nell’intorno. (Catsto Pontificio)

Tra il 1923 ed il 1925 vengono demolite le mura Malatestiane e tombato il fosso dei mulini che corre perimetralmente alle Mura Augustee.  Le vestigia Malatestiane non hanno alcun valore per il fascismo, mentre è di fondamentale importanza far emergere le origini romane di Fano. Il fascismo ha fatto della romanità un mito.  Mussolini sogna un’Italia potente in Europa e nel mondo quanto l’Impero romano antico. Le Mura Augustee vengono quindi salvaguardate e valorizzate da giardini perimetrali nei quali viene collocato il Monumento ai Caduti della Grande Guerra. L’Arco d’Augusto viene liberato dalle casette che lo soffocano, la facciata della chiesa di San Michele addossata all’Arco viene arretrata per liberarne il lato destro, viene aperto un varco tra il Bastione del Nuti e Porta Maggiore, gli spazi così liberati e sistemati a giardini diventano il Pincio. L’Arco d’Augusto torna dopo centinaia di anni ad essere il fuoco visuale della Flaminia nel suo approdo all’Adriatico. Grazie alle demolizioni effettuate ed all’interramento del fossato nasce il viale Umberto I (oggi viale Gramsci). La città murata si apre alle campagne circostanti e tutt’intorno viene realizzata una “circonvallazione” dove viene deviato il nascente traffico veicolare in transito sulla Statale Adriatica, non più costretto nelle anguste vie del Centro Storico. Lateralmente ai viali i nuovi terreni creatisi diventano edificabili.

L’arco d’Augusto in una foto dei primi del ‘900, prima della sistemazione del Pincio, ed il fossato che dalla Flaminia penetrava al di sotto del Bastione del Nuti per uscirne in direzione del Porto 

Primi del Novecento. Il Foro Boario fuori le mura Malatestiane, dove poi sorse la Caserma Paolini.

Gli uomini fattivi

Il 14 luglio 1934, in un articolo intitolato “Ricondurre gli uomini alla terra sulla via segnata dal Duce” è scritto: “[….] E’ sorta così l’idea che sta maturando e che risolverà certamente una penosa situazione. Si tratta della costituzione di un Ente che dovrebbe far sorgere lungo la sponda sinistra del basso Metauro e precisamente fra la città e la frazione Ponte Metauro una rete di orti con le relative abitazioni, così da accogliere, come progetto massimo, duecento famiglie di braccianti, i quali verrebbero ricondotti alla terra in qualità di ortolani. Fano è già specializzata in tal genere di lavoro e la esportazione di ortaglie, oggi assai ben avviata, potrà avere nuova organizzazione e maggiore impulso, così da vedere migliorata la produzione dal punto di vista quantitativo e qualitativo.  Il Podestà ed il Segretario del Fascio hanno chiamato a collaborare con loro uomini fattivi della nostra città, ed è stato già approvato un progetto di massima che comprenderebbe la costruzione di un primo lotto di 25 unità poderali. Queste verrebbero distribuite conformemente ad un piano regolatore che prevede il sorgere di un’intera borgata, completamente attrezzata e con tutte le comodità che possono aversi in un piccolo centro rurale, dalla Chiesa alla Scuola, dal Dopolavoro ai campi da giuoco.”

La borghesia nascente

Mentre i nobili ed i ricchi possidenti vivono nella città murata in antichi e splendidi palazzi in alternanza alle ville di campagna, la borghesia nascente, militari, professionisti, tecnici sono i principali acquirenti dei nuovi terreni edificabili. Avviene così che sul viale Buozzi (detto in precedenza anche viale die Mulini, o via del Tabacco) hanno dimora negli anni Trenta il geometra Renato Servigi, che consegna i primi disegni della Borgata Rurale nascente  ed il Maggiore Alberto Tonucci, Podestà, tra il 1940 ed il 1943. Su viale Gramsci costruisce la sua casa il geometra Alfonso Fiori, progettista ultimo e definitivo di Metaurilia nonchè Direttore dei lavori. Di fronte a casa sua, dall’altro lato del viale vive per 10 anni  in una elegante palazzina l’architetto Emidio Ciucci,  cui il Podestà Battaglia ha commissionato nel 1934 il nuovo Piano Regolatore di Fano ed un progetto di dettaglio per Metaurilia. Proseguendo il giro intorno alla città “murata” si trova in viale XII settembre (detto in precedenza anche Regina Margherita ed in seguito Cesare Balbo) l’elegante villa di Romeo Rupoli con nel retro un grande magazzino ortofrutticolo. I Rupoli sono i massimi esportatori di cavolfiori e di ortofrutta in genere nel territorio fanese e tra i maggiori nel territorio marchigiano. Vivono nei pressi della Stazione per poter ben vigilare le operazioni di carico e scarico delle merci. Attilio Rupoli, fratello di Romeo, uno dei maggiori acquirenti dei cavolfiori di Metaurilia, vive infatti in via Cavallotti, poco distante. Giovanni Battaglia, agronomo e ricco possidente, è il Podestà che dà il via alla Borgata. Imparentato con famiglie importanti fanesi come i Baccarini ed i Solazzi, vive parte dell’anno a Fano nel Palazzo di proprietà del suocero Sante Solazzi, in piazza Costanzi. Non ci è dato sapere dove vivesse invece  il suo vice, Augusto del Vecchio, anch’egli agronomo, che ne prese il posto alla fine del 1934, prendendosi anche il merito di tutta l’operazione “Metaurilia”.

Gli uomini “fattivi”, i progettisti e le abitazioni

Giovanni Battaglia, il Podestà che diede avvio a Metaurilia, viveva in piazza Costanzi

Romeo Rupoli, della grande famiglia fanesi di esportatori ortofrutticoli, viveva in viale XII settembre in una magnifica villa demolita per far posto all’Inps

Il possidente Girolamo Solazzi era proprietario di molti terreni a Metaurilia e viveva alla Paleotta  nella villa omonima,

Il geometra Renato Servigi, viveva in viale Buozzi. Si devono a lui i primi progetti per la nuova Borgata Rurale.

L’architetto Emidio Ciucci, incaricato dal Podestà Battaglia del nuovo Piano Regolatore di Fano ha vissuto da ragazzo in viale Gramsci, di fronte a Fiori, in affitto in una elegante palazzina.

Il geometra Alfonso Fiori, Direttore dei Lavori della Borgata diMetaurilia viveva in viale Gramsci in un villino da lui progettato

I successori del Podestà Battaglia: l’agronomo Augusto del Vecchio d il Maggiore Alberto Tonucci. Di questo sappiamo abitasse in viale Buozzi, dell’altro non abbiamo riscontri.