Là dove c’erano le dune

Le Torrette di Fiori

1958. Da un lato il primo camping di Torrette, dall’altro le vigne.

Il geometra del Comune Alfonso Fiori viene ricompensato, del suo grande lavoro per Metaurilia, in natura: il Comune gli regala l’arenile di Torrette più prossimo alla Borgata. Fiori dapprima lo mette a reddito affidandolo ad un ortolano che produce – neanche a dirlo – cavolfiori, pomodori e vino. L’arrivo dei primi bagnanti negli anni Cinquanta apre Torrette al nuovo business del turismo: si spianano le dune e mentre Malcangi realizza ville e palazzi, la famiglia Fiori inaugura nel 1958 il primo campeggio di Fano: il camping “Torrette”.

Per grazia ricevuta

Anni Cinquanta. Alfonso Fiori (con i suoi inseparabili pantaloni alla zuava) e la moglie Velia Stefanelli

Alfonso Fiori è il geometra del Comune che progetta e realizza tra il 1934 ed il 1939 la borgata Rurale di Metaurilia. Ma dal 1939 è anche il proprietario dell’arenile di Torrette, quello che oggi va dal Playa al Rio Marsigliano. Ma non è una coincidenza. Per il ruolo speciale di Direttore Tecnico della Borgata, Fiori deve ricevere un compenso di 50.000£. Ma il Comune non li ha e viene pagato, come si dice, in natura: gli viene ceduto in proprietà l’arenile alle spalle delle ultime casette di Metaurilia, definito incolto, ghiaioso e senza accessi, di talmente scarso valore che il Comune lo ebbe dalla Contessa Saladini Montevecchio gratuitamente.

Così scrive infatti il geometra Fiori al Commissario Prefettizio, il 21 settembre 1939:

“Faccio presente inoltre che l’ex Podestà Dott. Del Vecchio mi aveva promesso di cedermi gratuitamente un tratto di quell’arenile per una superficie di circa 1.000 mq e ciò in premio per le mie prestazione per la Borgata Metaurilia, desiderando io costruirvi una casetta“.

Prosegue lo scritto spiegando che il professore milanese Giuseppe Malcangi ha acquistato da poco l’arenile più a sud per realizzare villini turistici e che dovendo egli costruirvi una strada di accesso sarà quindi possibile accedere anche all’arenile promessogli.

Sia Fiori sia Malcangi realizzano tramite il finanziamento legato alla Bonifica Integrale una casa colonica per la coltivazione di un’orto e di una vigna. A custodire la proprietà Fiori chiama il babbo di Primo Vitali, il colono assegnatario della casetta n. 53, lì nei pressi. Vitali è vedovo, viene dalla Tombaccia e vive con l’ultima dei suoi 8 figli, la Dina. I due si mettono giù di buona lena a piantare cavolfiori e pomodori. Quella casetta così vicina alla spiaggia fa un pò paura a quella ragazzetta che non sa neanche nuotare.

Quella casetta sarà per tanto tempo l’unico presidio alla spiaggia. Nel 1947 la Dina sposa Guerrino Talevi dell’orto 52, vicino di casa di suo fratello Primo. La casa colonica,  una volta risistemata, diventa la casa di villeggiatura di Alfonso, da poco pensionato e di sua moglie Velia Stefanelli, ma anche dei loro tre figli e dei numerosi nipoti, che negli anni Cinquanta sono gli unici bambini a godere di quella spiaggia morbida e di quel dolce fondale.

Nel 1958, mentre Malcangi realizza i villini di villeggiatura nei pressi del passaggio a livello, Sergio, figlio di Alfonso Fiori, prende l’iniziativa di avviare su quell’arenile il primo camping di Fano: il “Camping Torrette”. Pianta dei bei filari di tamerici per ombreggiare le piazzole e da il via anche a Fano al turismo di massa.Ed a seguire la casa colonica viene sostituita da una serie di villini fronte mare che vanno pian piano a chiudere quel braccio di mare da fosso a fosso.

Un camping tira l’altro

Anni Cinquanta. La ruspa spiana la duna e prepara il terreno al nuovo campeggio. In fondo si vede la casa colonica a a destra la vigna a ridosso della ferrovia, diffusa anche a Metaurilia.

Il camping Torrette fa da apripista. Gli orti dei Metaurili, per quanto di là dalla ferrovia, diventano terreni ambiti dagli aspiranti gestori di camping:

  • tra l’orto 43 di Marsòn e l’orto 46 di Ordonselli nasce  il Camping Mareblu.
  • tra l’orto 58 di Livi e l’orto 61 di Riccialdelli spunta il Camping Metauro.
  • tra l’orto 62 di Franceschini e l’orto 64  di Pagìn arriva il Camping VerdeLuna.
  • tra l’orto 65 di Pulòni e e l’orto 68 di Gambel compare il Camping La Mimosa, che si trova proprio all’altezza del Camping Torrette, ma dall’altro lato della ferrovia.

A Torrette gli eredi Malcangi vendono nel 1970 parte del loro terreno al nuovo Camping Stella Maris mentre alla foce del Metauro spunta il camping Fano, che ingloba la colonica di Severi e due altre casette che coltivavano anch’esse cavoli e pomodori. In quegli anni ecco anche l’unico campeggio di Fano “centro”: a Baia Metauro nasce il Camping Madonna Ponte.

Il camping “Torrette” di Sergio Fiori, coi suoi filari di tamerici.

L’altro camping di Torrette, nato negli anni Settanta: lo “Stella Maris” di Amedeo Tarsi

Il camping “Fano”, alla foce del Metauro

Il camping “Metauro”, a Metaurilia.

Cartoline della collezione di Massimo Falcioni

A ridosso dell’estinzione

Anni Cinquanta I piccoli “Fiori”tra le dune e la vegetazione spontanea di Torrette.

La duna di Torrette, ancora negli anni Cinquanta era ricca di vegetazione e di biodiversità. Ma che cos’è una duna? E come si forma?

La formazione della duna è un processo graduale che inizia con l’insediamento delle prime piante nella zona della spiaggia prossima alla battigia. Le onde depositano detriti organici come rami, alghe, conchiglie, pesci, la cui decomposizione naturale arricchisce la spiaggia di sostanze azotate e crea le condizioni per l’insediamento di piccole piante annuali molto resistenti alla salinità come il Cavastrello (Cakile Maritima) e il Salso erba-cali(Salsola kali), che hanno la capacità di conservare nei piccoli fusti consistenti quantità d’acqua.

Torrette giugno 2020. Piante pioniere sulla spiaggia di Torrette nella calma di fine quarantena. A destra il Cavastrello (Cakile Maritima)

Più lontano dal mare, sulla sabbia asciutta e quindi trasportabile dal vento, si affranca una pianta fondamentale per l’evoluzione della duna: si tratta della Gramigna delle spiagge (Elymus farctum), una graminacea che forma grandi ed intricati cespi contro i quali si depositano i granelli di sabbia sollevati dal vento. Il loro accumulo dà origine a piccoli rilievi che nel tempo tendono a seppellire le piante; queste, accrescendosi, reagiscono all’insabbiamento, innescando il processo che porterà alla strutturazione dei primi abbozzi dunali. Più internamente un’altra pianta diviene fondamentale nella cattura della sabbia trasportata dal vento: è l’Ammofila (Ammophila arenaria arundinacea) che costruisce la parte più alta della duna. Al riparo della vegetazione che si forma sulla duna vive una ricca e complessa fauna, anch’essa specializzata ed adattata alle severe condizioni ambientali, composta da insetti, lumache, ragni, rettili, anfibi, mammiferi ed uccelli.
tratto da Edoardo Biondi, Massimiliano Morbidoni, Biodiversità nelle Marche, I quaderni della Selva, Regione Marche, 2010

Questo singolare ecosistema dunale ha subito pesanti alterazioni a causa della cementificazione generata dalla costruzione degli insediamenti turistici costieri. Malgrado ciò ogni inverno piante pioniere ripopolano i nostri arenili che d’estate i mezzi meccanici utilizzati per livellare la spiaggia spazzano puntualmente via.
Così anche a Torrette, in piccoli angoli più riparati e nascosti della spiaggia possiamo ancora trovare il Cavastrello (Cakile maritima) , la Ruchetta di mare, la soldanella di mare (calystegia soldanella), il cardo delle spiagge (eryngium maritimum) e numerose altre sorprendenti e coraggiose piante alofile. Se le lasciassimo fare chissà ….

Giugno 2020. Biodiversità resistente, a Torrette.