Fortune e sfortune dell’approvvigionamento idrico a Metaurilia

Il pozzo dei desideri

IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

Il Podestà agronomo Augusto Del Vecchio, nel 1936 scrive: “Alle favorevoli condizioni del terreno va associata la esistenza di una importante falda di acqua, preventivamente accertata, raggiungibile con pozzi della profondità di due o tre metri, condizione questa favorevolissima, anzi indispensabile, alla intensificazione colturale. Un piccolo motore Marelli di 12 HP con una portata di quattro litri al secondo, fornisce acqua a due orti contigui con un minimo di spesa; canalette di cemento e piccole vasche convenientemente collocate rendono possibile al colono di innaffiare gli ortaggi con poca fatica e con economia di tempo».

Il sistema di irrigazione

1 pozzo ogni 2 orti, che pesca a 2-3 metri, con sollevamento a motore. Dai pozzi si dipartono le canaline di irrigazione.

Queste le opere «idrauliche» compiute a Metaurilia:

  • pozzi di captazione di acqua per l’irrigazione con profondità di 2-3 metri, dotati di pompa a mano, 1 ogni 2 orti.
  • pozzi di captazione di acqua potabile a 17 metri circa, con pompa a mano, distribuiti 4 lungo la statale Adriatica e 2 lungo l’Orcianese.

Il pozzo era costituito di una serie di cilindri in cemento che fuoriuscivano dal terreno di circa 1 metro, e di un casottino dotato di pompa, prima a mano ed in un secondo momento a motore. Questo casottino, durante i bombardamenti, rappresentò un insolito rifugio per Pietro Minestrini dell’orto 25!

La condivisione del pozzo irriguo ogni due famiglie favorì in alcuni casi i legami, in altri creò screzi e dissapori. Inutile aggiungere che i Metaurili bevevano l’acqua del pozzo, piuttosto che quella delle fontane: spesso lontane, e faticose per il sollevamento manuale. Dalle canaline, l’acqua veniva  raccolta con orci e portata a mano lungo le file di piante. Compito affidato spesso ai bambini più grandicelli.

Ricca d’acqua sotto …. e sopra

La falda a 2-3 metri dal piano campagna sembra un grande beneficio. Con poca spesa ed una capillare diffusione dei pozzi gli orti di Metaurilia avranno tutta l’acqua di cui necessitano.

Ma quella falda, così superficiale, avrebbe dovuto ricordare a tecnici ed amministratori l’origine paludosa di questi terreni, a causa della vicinanza al fiume Metauro ed al mare Adriatico, e richiedere opere idrauliche di bonifica ben più impegnative degli insufficienti fossi di  scolo approntati dalle ferrovie.

Così Metaurilia ogni tanto, dimostra di non essere ricca d’acqua solo sotto, ma anche sopra!

L’orto 94 di Oreste Giommi  sott’acqua –  Alluvione del Metauro – novembre 1979 (da: Fano Stampa, 1-1980)

Annaffiare con “poca” fatica

Stralcio dell’elenco dei pozzi di Metaurilia e della forza motore HP (1939 circa)

Progetto impianto di irrigazione e gruppi elettropompa per il sollevamento delle acque – Alfonso Fiori – 15 ottobre 1937

Se i Metaurili nel 1936, avessero letto l’opuscolo del Podestà Del Vecchio alla voce “Irrigazione”, lo avrebbero gentilmente invitato ad andare a quel paese, anzi, a venire in quel di Metaurilia, e provare lui stesso quanto “poca” fosse la fatica di portare gli orci (che da soli pesavano già diversi chili, e pieni d’acqua arrivavano a 10-15 kg e più) dalle vasche poste a intervalli lungo la canalina che attraversava il campo, ed annaffiare ciascuna delle 20.000 piantine di cavoli.

Immaginatevi con gli zoccoli ai piedi, camminare nella malta, appoggiare un piede al bordo in cemento della canalina, riempire un orcio, riempire l’altro e poi tentare di avviarsi alle varie file di cavoli. Cosa può succedere? Ve lo racconta il “piccolo” Dario Tonucci, dell’orto 41, al paragrafo “Vita coi cavoli”!!!

Immaginate anche di essere arrivati a Metaurilia nel 1935, con le prime 51 famiglie, di non avere ancora il motore tanto decantato, e di dover tirar su l’acqua a mano. Immaginate poi, dopo qualche anno, di vedere i nuovi arrivati del III lotto (è il 1938) coi nuovi pozzi dotati di pompe a motore e voi ancora lì, a fare “poca” fatica ….