Pochi passi, e dal frastuono della Statale Adriatica, ci si ritrova immersi nel mite silenzio della cappellina di Sant’Egidio. Al richiamo della campana i viandanti hanno incontrato l’esperienza mistica proposta dalla “sartista dello spirito”, Antonella Sabatini i cui volti nati dalla terra ed alla terra tornati a causa della crudeltà di una strada che non perdona, chiedono giustizia e compassione. La commozione è stata poi stemperata dalla leggenda di questo luogo, narrata da Eva, e dal naturalista Massimo Pandolfi, che ha spiegato la bontà delle ortiche, e come raccoglierle senza pungersi, ha proposto un assaggio dei frutti dell’olmo, e rievocato la magia dei filari di gelsi.
“L’orto delle anime” dell’artista Antonella Sabatini, nella cappellina di Sant’Egidio
Quando la scuola era nel fienile di “Blogg”
Dopo aver sperimentato l’eco che dalla cappellina della Cupa grida nell’intorno per la gioia dei bambini, Gabriele ha accompagnato i viandanti nella scuola degli anni Quaranta, praticamente il fienile della colonica dei “Belogi”. Ha ricordato come in quell’aia ha imparato a camminare in un girello di vimini, e ad andare in bicicletta su una bici da donna. E come il pallone di cuoio chiuso da stringhe, lasciava il segno sulla fronte, e come gli zoccoli si disintegravano in una sola partita.
Fave, pizza di Pasqua, salame e vino per rifocillare i viandanti
Se alla colonica dei Montanari una volta si faceva festa nel capanno, che fosse il primo maggio, un banchetto di nozze o una festa da ballo, dai Romani, dopo aver percorso un’incantevole filare di gelsi, la passeggiata ha fatto tappa per una attualissima merenda di stagione: pizza di Pasqua, fava e salame, con acqua e vino della casa.
L’esilarante performance del San Costanzo Show
Tornati sulla Statale Adriatica, il gruppo ha fatto tappa alla casetta dell’orto 76, quella di Urbinati, dove Massimo Pagnoni nei suoi più che collaudati panni di Rosa della Cecca, e Daniele Santinelli del San Costanzo Show hanno travolto il pubblico col loro esilarante racconto della vita degli ortolani di Metaurilia degli anni Quaranta, guidando poi l’intera carovana a visitare l’orto, il rifugio sotto il greppo, i banchi e la casetta che il Podestà definiva “igienica e morale”.
Alla riscoperta della saggezza della natura, con il naturalista Massimo Pandolfi
Con l’aiuto di una pattuglia dei carabinieri il folto gruppo ha poi attraversato la Statale e si è spostato sulla spiaggia, scoprendo con Massimo Pandolfi quanto era diversa la spiaggia soltanto poche decine di anni fa: profonda 200 metri, ricca di vegetazione capace di proteggere gli arenili dall’erosione.
Alla luce del tramonto la passeggiata ha trovato il suo compimento nel piazzale della chiesa di San Benedetto dove un buon aperitivo e la visione del promo del film di Castellani su Metaurilia hanno fissato nella memoria collettiva il buon sapore della giornata trascorsa.
Tutta la confraternita del Brodetto, a raccontare e vivere il delizioso connubio tra il mare e l’orto, alla Lanterna
La serata si è poi chiusa in bellezza con la Cena OrtoMare da Flavio, alla Lanterna. Da un antipasto straordinario di crema di cavolfiore con baccalà e pomodoro secco, alle tradizionali e squisite seppie coi piselli, i sapori del mare e dell’orto si sono coniugati secondo vecchie e nuove ricette che hanno deliziato i settanta palati presenti, tra i quali quelli tanto esigenti quanto entusiasti della Confraternita del Brodetto.