Aironi, cavalieri d’Italia, cicogne, garzette, anatre, fagiani, starne, tordi, lepri, volpi, merli, lasche, barbi, anguille …
“Il fascino della biodiversità”
Fano – Il Metauro (disegno di Giorgio Spinaci)
Capita spesso di trovare una inspiegabile coda di auto che cammina a passo d’uomo in prossimità del ponte sul Metauro. Già la vedi, scendendo dalla Tombaccia, o dopo la curva venendo da Metaurilia e non ti capaciti: fino alla rotatoria il traffico era scorrevole. Ipotizzi un incidente, un semaforo improvvisato, uno yacht in cerca del Porto. Poi all’arrivo sul Ponte rimani folgorato anche tu: basta anche un solo airone che spicca il volo, ed è attrazione fatale anche per te. Pur di osservarlo per quanto più tempo possibile rallenti il passo, e perpetui la coda.
C’è chi vola ,chi nuota, chi corre
La familiarità dei Metaurili e di tanti fanesi col fiume, oggi è perduta. Il fiume è generalmente inaccessibile, e l’unica vetrina che ci viene offerta è quella della foce visibile dal Ponte sul Metauro, o meglio, visibile dal finestrino dell’auto su cui si percorre il Ponte. Perchè sarebbe da pazzi fare “birdwatching” percorrendo il ponte a piedi o in bicicletta. Quell’unica vetrina è però un’attrazione fatale, una fonte di stupore e meraviglia che scuote l’annoiato pendolare. E malgrado la portata del fiume sia vistosamente diminuita nei decenni, le sue acque non siano più limpide come una volta, e la biodiversità si sia per questo purtroppo ridotta, ancora il Metauro continua a dare ospitalità a numerose specie di uccelli, mammiferi e pesci. Per comprendere il bene prezioso che Fano è chiamata a custodire assieme ai Comuni di tutta la vallata, vi offriamo una galleria fotografica delle specie animali che fanno parte delle memorie dei Metaurili (e non solo), che frequentavano abitualmente il fiume.
Trampolieri
Airone bianco, airone cenerino, cicogna, garzetta, trampoliere d’Italia.
Altri uccelli
Fagiano, germano reale, merlo, starna, tordo.
Pesci d’acqua dolce
Anguilla, barbo, lasca.
Mammiferi
Lepre e volpe
Pescatori e cacciatori
Girolamo Solazzi a caccia con un gruppo di amici (archivio Stefanelli)
Il fiume, in tempi difficili, era anche fonte di sostentamento: pesca e caccia erano attività di sussistenza assai praticate da contadini ed ortolani. Avremo modo di approfondire i diversi metodi di pesca alle anguille, o di caccia alle anatre ad esempio, che portano il fascino di saperi e utensili tramandati ininterrottamente di generazione in generazione dalla notte dei tempi, quando queste attività erano, assieme all’agricoltura, necessarie alla sopravvivenza, e sviluppate attraverso tecniche nate dall’osservazione attenta della natura e delle sue leggi. Ad essi si contrapponevano le persone benestanti che praticavano le medesime attività per puro divertimento.
2 aprile 1942. Si è in guerra e la gente ha fame. La Prefettura di Pesaro accoglie così la richiesta di prolungare di qualche settimana la caccia: molto interessante l’articolato elenco di uccelli che è possibile cacciare.