Passeggiate romantiche, giochi d’acqua, “trusciel“: vita e quotidianità del fiume.
“Un fiume tutta vita”
Anni Cinquanta. Ragazzi giocano sulle sponde del Metauro (Album Camilletti, orto 36)
Il fiume in passato faceva parte della quotidianità dei Metaurili, soprattutto di quelli della Metaurilia Seconda, la Tombaccia: fonte di sostentamento, ma anche opportunità per il tempo libero. Frequentato dalle ragazze di Metaurilia e Torrette che portavano a “sbiancare” le lenzuola diveniva inevitabilmente luogo di corteggiamento e divertimento.
Sbiancare i “trusciel” al fiume
Ragazze al fiume, a sbiancare le tele (dal sito di Nino Tiretta)
Le ragazze di Caminate, di Tombaccia, di Metaurilia ed perfino di Torrette andavano a sbiancare le tele al fiume sulla ghiaia bianca e pulita, o sugli stessi cestoni. Nei gorghi del fiume che si formavano tra un cestone e l’altro si metteva a bagno la canapa che serviva per fare i “trusciel” (torselli).
Quell’operazione così pesante e gravosa era alleviata dalla presenza di amiche e vicine di casa con le quali si scherzava e spettegolava, quelle conversazioni tutt’ora dette “lavanderie“.
Quel gruppo di ragazze allegre e ciacolanti attirava inevitabilmente nugoli di ragazzi pronti al corteggiamento e al divertimento.
“Trusciel” (torselli in italiano) e biancheria di canapa.
Romanticismo e divertimento
Momento di svago tra ragazzi, al fiume (Album Gentilucci)
Il fiume era un’importantissima fonte di materie prime (legna, foraggio, pesci), un luogo di lavoro (per le lavandaie, i rivaroli, ecc.) ma anche un ambiente ideale per il tempo libero: oltre ad essere uno degli ambienti prediletti per la caccia, è stato per decenni la spiaggia estiva dei Metaurili della Tombaccia, un fantastico mondo di giochi per i bambini, un invitante intreccio di passeggiate romantiche per le coppiette e per tutti coloro in cerca di relax.
1884. Albert Edelfelt. Bambini che giocano sulla spiaggia.