25 stanze, acqua corrente, 4 bagni, stufe a carbone, cucina bolognese

Albergo Torrette: visita all’interno

Anni Cinquanta, Albergo Torrette : Angiolina Renzi accompagna gli ospiti alle loro camere.

Un albergo di lusso, che aspira alla “creme” della società, dotato di tutti i comfort “moderni”, per gli standard del 1927. Negli anni Ottanta lo troviamo declassato ad albergo di quarta categoria: 4 bagni sono veramente pochi per 25 camere, le stufe a carbone sono cosa d’altri tempi, e la vista mare è divenuta vista cemento. Prima ancora dei ladri è il turismo di massa che priva l’albergo della sua unicità.

Albergo Torrette Natale 1932: biglietto d’auguri di Cavazzoni al Prefetto

Buona parte dei documenti e delle notizie di questo articolo sono tratti dall’interessantissimo testo di Luciana Agostinelli, Rosella Bevilacqua, Silvano Clappis “Albergo Lido Torrette”, ed. Alberghi Consorziati 2019, cui si rinvia per ulteriori approfondimenti.

Alle luci della ribalta

NEL PROPOSITO
DI DARE VITA E FORTUNA
AL SOGGIORNO BALNEARIO
IN TORRETTE DI FANO
LA SOCIETA’
CONDOMINIO IMMOBILIARE FELSINEO
RICOSTRUI’ ED ABBELLI’
QUESTA ANTICA VILLA
BENE AUGURANDO
MDCDXXVII

Torrette 1927: il testo benaugurante voluto da Cavazzoni ed inciso sopra l’ingresso sul retro dell’albergo.

 – Maggio 1931. La rivista mensile “L’albergo d’Italia” al capitolo “Spiagge dell’Adriatico” così descrive l’Albergo:

In località Torrette da tre anni c’è un lido balneare in formazione su un magnifico arenile di 4 km di lunghezza, composto di sabbia morbidissima, dianzi ad uno specchio marino limpidissimo. Si son fatte concessioni di arenile e di aree fabbricabili e il Condominio Felsineo di Bologna ha speso un milione nella costruzione di un albergo /che si chiama appunto Grande Albergo Torrette), guarnito di due torricelle e circondato da un rigoglioso parco. Si tratta di un inizio a cui non è arrischiato augurare un buon successo, perchè il sito è assai bello e quell’albergo, che somiglia un poco ad un antico maniero e spicca in una cornice di pini e di oleandri, è davvero un seducente asilo. Quando intorno ad esso sarà sorta qualche villa, i treni faranno sosta sul nuovo lido e il Comune lo fornirà d’un servizio d’autovetture elettriche“.

 – Nel 1929 il Giornale d’Italia dedica a Torrette diversi articoli che ci restituiscono l’atmosfera dei primi anni dell’albergo:

13 luglio 1929. Grandissima è di già l’attesa per la “Veglia del Bosco e del Mare” che sabato 10 luglio si svolgerà nel parco dell’Albergo Torrette, preparato con il solito insuperato garbo e con la solita perfezione tecnica ed artistica del Comitato universitario fanese, che tanta messe di elogi e tanto coro di plausi raccolse nella veglia dell’anno scorso al Kursaal.

23 luglio 1929. La soirèe di gala che si è svolta ieri sera nel grande, suggestivo parco dell’Hotel delle Torrette splendidamente illuminato da centinaia di lampioncini veneziani e lampadine multicolori, ha raccolto da Fano, Pesaro, Marotta, Senigallia, Cattolica e dalle altre spiagge della Romagna una folla cosmopolita di bagnanti che fra gli alberi frondosi, la festa delle luci, l’allegria rumorosa, hanno intrecciato le danze sino alle quattro e mezza del mattino, quando i primissimi tenui bagliori dell’alba sorridevano sul mare. Innumerevoli le automobili dinnanzi all’albergo, frequentatatissimo il servizio di tramwais elettrici e di carrozze.

9 agosto 1929. Ospiti dell’incantevole spiaggia di Torrette, oltre ad una numerosa e signorile colonia bolognese ed estera, sono il generale comandante del Corpo d’Armata di Bologna, comm. Zoppi e il senatore del Regno comm. Milani di Fabriano, con le rispettive famiglie.

 – 1951. Dalla Guida del TCI “Marine d’Italia”:
Alle spalle della spiaggia si distende una bella piana larga circa 1 km, e intrecciata di vigneti; quasi al centro, in una piccola pineta sita al di là della strada nazionale Adriatica, si scorge l’albergo “Lido Torrette”; dietro la pianura salgono dolcemente i colli pezzati di colture. La spiaggia è molto estesa, composta di rena finissima, specialmente adatta per sabbiature; fondale basso per 100-150 m; alcune capanne dell’albergo. Luogo sereno e remoto; clientela distinta”.

Albergo Torrette: particolari di soffitti e pavimenti

Dettagli di lusso

Torrette 1960: gli scatti del matrimonio di Alma Pia Renzi sono al momento l’unico modo per “visitare” l’albergo al suo interno.

Le stanze dell’albergo erano 25, con 50 posti letto. Erano una diversa dall’altra per gli affreschi ed i decori a pareti e soffitti, e per i pavimenti quando a mattonelle variamente composite o quando in graniglia a creare motivi sempre nuovi. Ciascuna stanza era dotata di lavandino con acqua corrente calda e fredda (nel 1927 un vero lusso) e di un campanello, che richiamava la reception attraverso un filo elettrico che raggiungeva tutti gli altri in una veramente unica centralina a vista al piano primo, per poi correre insieme fino alla hall. Le porte erano in ciliegio intagliate con motivi floreali, i lampadari a goccia, i letti con testiere in ferro battuto variamente elaborato. I bagni erano in origine 4, sul corridoio.

L’albergo era aperto tutto l’anno grazie a termosifoni alimentati con stufe a carbone posti nelle stanze sul retro,  rivolte a sud ovest. Offriva piatti di tradizione bolognese nel ristorante aperto anche ad avventori di passaggio. I gestori si prodigano nell’organizzare eventi di richiamo per divertire i propri ospiti, far conoscere ad un più vasto pubblico le amenità del sito ed accrescere il proprio prestigio.
Nel giardino una coppia di pavoni sottolinea la classe e l’eleganza della clientela cui l’albergo aspira.

Albergo Torrette: la centralina

La proprietà bolognese  “Condominio Immobiliare Felsineo” che acquista  nel 1927 quella che era una villa  e la trasforma in albergo, spinge nel realizzare a Torrette anche  un villaggio turistico d’avanguardia che dovrebbe portare alla realizzazione di una nuova stazione ferroviaria nei pressi dell’Albergo. Il Comune non sostiene il progetto e così nel 1956 il Condominio vende a Nicola Palloni, un imprenditore di Rimini, che manterrà la proprietà per quarant’anni.

Lo sviluppo di Torrette negli anni Sessanta, tra alberghi ed appartamenti per le vacanze, genera la precipitosa obsolescenza dell’albergo: la concorrenza spietata delle nuove strutture dotate di tutti i confort moderni, poste direttamente sul mare, e che sostituiscono drammaticamente la vista del mare dalle camere dell’antico maniero erodono di anno in anno l’affezionata clientela. La spiaggia perde le dune ed il silenzio.

Nel frattempo tutte le caratteristiche che davano all’albergo negli anni Trenta-Quaranta un carattere di lusso, nel tempo diventano obsolete e decadenti. Stufe a carbone, e soprattutto camere senza bagni diventano il grandissimo limite che trascina l’albergo nella più bassa delle categorie.

Nel 1968 il gestore dell’albergo Renzo Renzi lascia, ritirandosi nell’orto 82 dove gestirà il primo distributore di Metaurilia. Palloni affida quindi l’albergo a Paolino Paolini, un commerciante del posto, genero del fattore, al quale rinnova però il contratto di anno in anno, generando quell’incertezza su futuro che di fatto impedirà di investire in modo importante nell’ammodernamento dell’albergo.

Quando nel 1974 arriva il sottopasso carrabile,  il magnifico viale di pini che  portava  alla spiaggia viene cancellato, e l’albergo Torrette diviene una vetusta struttura di retrospiaggia: il mare non si vede più, il silenzio della campagna è solo un ricordo, la passeggiata alla spiaggia diventa una difficile e pericolosa gimkana tra le auto.

Albergo Torrette: dalle camere il mare non si vede più

Negli anni Ottanta all’albergo Torrette viene attribuita una sola stella. A questo punto Paolini procede con alcune migliorie, prima tra tutte la realizzazione di nuovi bagni. L’albergo ottiene così le due stelle fino al 2000, quando la proprietà passa nelle mani di un altro romagnolo, Giuseppe Torroni, di Savignano sul Rubicone. Il 6 giugno del 2000 un fatto increscioso chiude per sempre il futuro all’albergo: nella notte i ladri si portano via arredo, ogni suppellettile, ogni traccia dell’antico lusso.

Corriere Adriatico, 6 giugno 2000: furto all’Albergo Torrette

1937: volantino promozionale dell’Albergo Torrette

Clientela decadente

Nel suo primo brillante periodo l’albergo offrì ospitalità a famiglie nobili come i principi Barberini, i conti Montevecchio-Saladini, nonchè ai potenti di allora, quali l’onorevole camerata Raffaello Riccardi, che il 23 luglio del 1930, in occasione dell’inaugurazione del Campo d’Aviazione di Fano offre un ricco buffet a 31 invitati.

L’ampio parcheggio di cui dispone l’albergo e la sua posizione lungo il rettilineo dell’Adriatica favoriscono la sosta dei piloti e dello staff di meccanici che accompagnano l’annuale corsa delle Mille Miglia.

Ma il target cui negli anni si rivolge l’albergo è soprattutto quello delle famiglie medio borghesi per le ampie stanze, il bellissimo parco e la spiaggia sabbiosa incantevole e dal basso fondale, condizioni perfette per una vacanza con bambini.

I clienti arrivano per metà dalla provincia di Pesaro, per l’altra metà da Lombardia, Umbria (San Sepolcro e Città di Castello), Toscana (provincia di Arezzo) e da Roma. Tra gli stranieri svizzeri, austriaci e tedeschi.

1930 La ricevuta del pranzo offerto dall’onorevole Raffaello Riccardi al Ristorante dell’Albergo Torrette in occasione dell’inaugurazione dell’Aeroporto

Nelle ricevute e nei biglietti da visita si ripete l’effigie presente sul fronte dell’Albergo ed utilizzata come “logo” ante litteram: le torrette per rammentare l’edificio, il pino marittimo per significare il parco, e la vela per ricordare la prossimità della spiaggia.

Gli ospiti segreti

Anni Cinquanta: Fausto Coppi e Giulia Occhini, la sua Dama Bianca

Non c’è scritto in nessun libro ed in nessuna pagina di giornale, ma Fausto Coppi è proprio qui, all’Albergo Torrette, che si rifugiava con la sua Dama Bianca per sfuggire ai paparazzi ed all’ostilità dell’opinione pubblica che giudicava quell’amore scandaloso, perchè contro la morale, la famiglia, la legislazione dell’epoca.

Nel seguire le liete e tristi vicende dei Metaurili, abbiamo già incrociato la Dama Bianca nell’estate del 1944, quando era ancora solo Giulia Occhini, una simpatica adolescente dalle lunghissime trecce brune che si divertiva facendo origami di carta colorata per intrattenere i bambini rintanati assieme a lei ed alle loro famiglie presso i Silvestrin di Mondolfo per sfuggire alle bombe ed ai fuochi del Fronte. Tra quei bambini c’era anche il piccolo Paolo Gramolini dell’orto 75. In quegli anni Giulia, benchè nata a Napoli nel 1922, fu affidata agli zii Dina e Carlo Caimmi, che vivevano nella provincia di Ancona. Ed è proprio per sfuggire al Fronte che sfollano prima a Marotta e poi a Mondolfo.

Terminata la guerra, nell’estate del 1945 Giulia è a passeggio a Senigallia. E’ qui che incontra il medico condotto di Fano, Enrico Locatelli.  Dopo soltanto un mese Giulia ed Enrico si sposano con rito religioso nella chiesa di Santa Giustina a Mondolfo, e con rito civile a Loreto, quindi si trasferiscono a Varese. Enrico è un appassionato di ciclismo, un gran tifoso di Coppi, frequenta tutte le sue corse ed in una di queste occasioni, è il 1948, invita Giulia a chiedere un autografo al Campionissimo. Da questo incontro nacque una passione travolgente ed irresistibile che portò i due a sfidare tutte le convenzioni di allora, lasciando ciascuno il proprio consorte ed i propri figli.

Quando il Campione sportivo e la Dama Bianca decisero di vivere pubblicamente il loro amore, Giulia Occhini, fu denunciata del marito per adulterio ed abbandono del tetto coniugale, Giulia dovette subire alcuni giorni di detenzione e poi il domicilio coatto ad Ancona presso la casa della zia. Trattata al pari di una prostituta Giulia raccontò in seguito che molti al suo passaggio sputavano a terra in segno di disprezzo, che fu allontanata dai figli avuti dal marito, e che  aveva l’obbligo di firma in Questura, ogni domenica. E’ il 1954. Fausto Coppi pur di starle vicino fece trasferire il ritiro della sua squadra, la Bianchi, all’Hotel La Fonte nella baia di Portonovo.

E da Portonovo partivano per le loro fughe d’amore all’albergo Torrette, conosciute da Giulia ai tempi dello sfollamento e del matrimonio.