Orto n. 78

Famiglia Pucci

ALCEO, IL PARTIGIANO COL LIBRO

PRIMA DELL’ARRIVO A METAURILIA

Luigi Pucci, il colono assegnatario dell’orto 79

Luigi Pucci,  del 1891, è uno dei primi ad insediarsi a Metaurilia. Proviene dagli orti del Bersaglio, fa parte della milizia. Ha così il privilegio di scegliere la casetta. E sceglie la n. 6 per sé, e quella vicina, la n. 5 per il fratello Evaristo, perché pensa che di là della strada, lato greppo, il terreno sia migliore per l’orto. Lato mare, gli paiono tutti “acquastrilli”.

Al Bersaglio i Pucci erano detti “Trensin”. Luigi è sposato con Ida Amadori, e con lei ha due figli: Antero, del 1919, ed Alceste del 1922. Ida però muore molto giovane, a causa di una infezione sopraggiunta dopo essersi ferita con un forcone nel letamaio.

Così Luigi, rimasto solo con due bambini da crescere, sposa in seconde nozze Adina Gramolini, sorella di Augusto, che coinvolgerà poi nell’avventura di Metaurilia. Augusto otterrà infatti la casetta n. 9 (poi n. 75) non molto distante dalla loro, e sempre lato greppo.

Con Adina Luigi ebbe altri due figli: nel 1927 Alceo e nel 1932 Anna.

I PRIMI TEMPI A METAURILIA

Luigi ed Adina arrivano così a Metaurilia con 4 figli. Luigi si occupa della vigna, i figli più grandicelli Antero ed Alceste si occupano dell’orto assieme ad Adina. Ma un brutto giorno Adina, che ha 48 anni, che è al lavoro nell’orto ha una crisi epilettica e rimane paralizzata.

La prima moglie di Luigi, Ida Amadori

La seconda moglie di Luigi, Adina Gramolini

ALCEO E RISIERO, CUGINI INSEPARABILI

Alceo e Risiero, i cugini partigiani

Alceste parte poi per la guerra. E’ arruolato in marina nel battaglione San Marco. Chi abitava vicino al mare infatti, veniva generalmente arruolato in marina. Il giorno dell’armistizio, l’8 settembre 1943, la sua nave viene colpita da fuoco tedesco. Si tuffa in mare ed a nuoto arriva alle spiagge del Lido di Venezia. Per giorni si nasconde a casa di una donna con la quale ha una storia.

Alceo invece va a scuola, gli piace studiare, fa le medie e poi le Magistrali a Fano, istituite nel 1934 (come Metaurilia!) e con sede in via De Tonsis, di fianco all’asilo Gallizi. Va a scuola in bicicletta e mentre pedala sulla Statale Adriatica tiene sul manubrio una mano sola, perchè con l’altra tiene un libro su cui è perdutamente sprofondato! E mentre i suoi fratelli sono in guerra, negli ambienti scolastici monta clandestinamente la repulsione verso la guerra, verso il regime, verso le leggi razziali.

“Legnano” in addestramento

Risiero mostra la targa dedicata ai caduti nella battaglia dove perse la vita Alceo

IL SACRIFICIO DI ALCEO

Dopo l’armistizio, i ragazzi si organizzano in bande a supporto del Comitato di Liberazione Nazionale. Si ritrovano a Bellocchi e pubblicano un foglio clandestino: “Noi Giovani Liberi”. Alceo col cugino Risiero dell’orto 79, (coetaneo e studente alla scuola navale),  il fratello Alceste ed altri ragazzi di Metaurilia formano un GAP (Gruppo di Azione Partigiana) con compiti di disturbo e sabotaggio contro gli occupanti tedeschi e di supporto alle azioni degli Alleati. Di giorno sono ragazzi dalla vita normale, di notte sono partigiani. Le famiglie forse sanno, ma non parlano. E’ troppo pericoloso.

Anche grazie al loro apporto Fano viene liberata il 27 agosto 1944. Dopo la Liberazione Risiero ed Alceo non rimangono a casa, ma seguono l’esercito Alleato per continuare a dare il loro contributo alla Lotta di Liberazione. Risiero ed Alceo vengono prima addestrati dagli inglesi nei pressi di Caserta e poi assegnati alla Brigata “Legnano” a Rimini.  Nel marzo del 1945 vengono trasferiti al 5° corpo d’Armata Americano. Purtroppo Alceo morirà  durante un’azione di guerriglia nei pressi di Bologna, due settimane prima della Liberazione, nell’aprile del 1945. La famiglia lo seppe solo dopo più di un mese.

Il Funerale verrà celebrato molti mesi dopo, il 13 ottobre del 1945, insieme ad altri fanesi partigiani che hanno dato la vita per la Liberazione. Ad Alceo è dedicato il piazzale di Metaurilia ed una via di Fano, ed il suo nome è ricordato nella targa posta sul portale del Comune.

In famiglia il dolore è grandissimo. “E’ andato a morire”, ripete disperata mamm Adina. “CChi gliel’ha fatto fare? La scuola l’ha rovinato!” e spesso, a mò di consolazione ripeteva “Chel por fiol mia diceva sempre: “E’ mej murì per qualcò che per nient”. E andava tutti i giorni a cercare Gustavo Rovinelli, commilitone fanese di Alceo. Voleva sapere come era morto, se aveva sofferto… perchè era morto dissanguato …. perchè tutti sapevano e loro no. E piangeva Adina, piangeva spesso. Tirava  fuori dalla tasca del grembiule il fazzoletto e asciugava sudore e lacrime!

Luigi no. Muto. Chiuso in un dolore impenetrabile. Un uomo della Milizia, con un figlio Partigiano! Chissà in quale groviglio di emozioni si è trovato!

LA CROCE AL VALOR MILITARE

Alceo muore a Vignale il 10 aprile 1945. Questa la motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare (Brevetto n. 11290 in data 28 febbraio 1948):

“Giovane ed ardimentoso volontario della Guerra di Liberazione, Osservatore di Battaglione, allo scopo di meglio seguire la esecuzione di un colpo di mano, da parte di una unità di altro Battaglione, spontaneamente si portava in pieno giorno su posizione dominante, in terreno completamente scoperto, sotto martellante fuoco di artiglieria avversaria. Colpito a morte, pronunciava alte e serene parole di certezza nel valore del suo sacrificio”

MATRIMONI A KM ZERO

Gli Americani! Anna col marito Sergio Angeletti ed il loro figlioletto

I Pucci sono tanti tra una e l’altra casetta, e si sposano prevalentemente coi vicini di casa: i cugini Renato e Risiero sposano le sorelle Pascucci, Valiorchina detta Bebi e Iva della casetta di fronte, quella dello spaccio e dell’osteria.

Anna sposa Sergio Angeletti, del’orto 17, che si trova dall’altro lato dell strada, poco più in là della chiesa verso Fano. Angeletti ha un fratello disperso in guerra il cui figlio, Gabriele, sposerà Amneris detta Meris, figlia della Bebi e di Renato.  Anna e Sergio emigreranno in Canada, nel 1956, a Copper Cliff, Sudbury, Ontario, Canada. Insieme a molti altri fanesi.

Alceste sposa nel 1946 Angelina Minestrini (classe 1925), della casetta di fronte (orto 25). Angelina, incinta del primo figlio, inciampa e si procura una storta. L’incidente causa un parto prematuro. Il bambino nasce nel marzo del 1947 in casa settimino, senza unghie e senza sopracciglia. Viene tenuto in una incubatrice faidate, ovvero in una culla circondata di bottiglie piene di acqua calda. Il bambino viene chiamato Alceo come lo zio partigiano morto due anni prima sul campo di battaglia.

Alceste e Angelina

TUTTI FIGLI DEL PAESE

I figli di Alceste e Angelina, Mariella ed Alceo

Nel dopo guerra Alceste va in Calabria per la campagna delle arance. In seguito lavora come fuochista alla fabbrica della conserva ed anche come operaio nelle ferrovie assieme al fratello Antero.

Mentre Alceste cerca altrove lavoro, Angelina tira avanti i figli Alceo e Mariella, e l’orto, e si occupa della suocera paralizzata.

I bambini del dopoguerra, tanti nelle due case Pucci danno una mano come possono: d’estate si trascinano col sedere su uno straccio per legare i pomodori, piantina dopo piantina.

Quando la nonna Adina, che è paralizzata, vuole andare a trovare la famiglia Montanari, che sta nel casolare a 500 metri da casa, i bambini vanno a prendere la carriola, caricano la nonna e ce la portano. La stradella è accidentata e la nonna, nella carrozzella improvvisata brontola: “Va pian, va pian, me fai caschè!”

Quando si va dai Montanari è una festa: hanno un’altalena enorme, da 4-5 posti, un gran divertimento.

I bambini del dopoguerra vivono di cose semplici. Ma stanno bene. Si sentono figli del paese, ogni casa è la loro casa!