Gl ortolani fanesi erano anche pescatori

Il barchetto per la tratta

A Metaurilia la pesca, assieme alla caccia, era l’occasione per arricchire il pasto di proteine. La pesca alla tratta era un tipo di pesca “comunitaria” che richiedeva la partecipazione di una decina di persone, e comportava  l’entrata in acqua fino al ginocchio per  stendere un’ampia rete. Venivano così catturate trigliette (i roscioli), sardoncini e paganelli. I pesci più grossi venivano cotti a “scottadito”, i più piccoli venivano fritti.

Ortolani alla tratta

Metaurili in posa col barchetto

Quando Nello Pucci dell’orto 79 chiamava, i Metaurili accorrevano. La famiglia di Nello, i “Trensin“, proveniva dalla Sassonia, e chi era della Sassonia era abbastanza inevitabile: era insieme, in modo inscindibile ortolano, e pescatore. Nello usciva in mare col suo barchetto, due compagni si mettevano ai remi, e lui stendeva la rete. Altri dieci rimanevano a riva, cinque da una capo della rete, ed altri 5 a circa 300 metri di distanza, all’altro capo. Quando era ora di tirare i dieci uomini entravano in mare con i pantaloni arrotolati alle ginocchia. E certe notti di mezza stagione si congelavano i piedi.
Nello era capo tratta della Metaurilia che gravitava intorno alla chiesa, Guido Tonucci, (orto 41)  della Metaurilia verso Torrette, e Ferri (orto 7) della Metaurilia verso Fano.
In tempo di guerra la fame e la penuria di uomini era grande, tanto che c’erano spesso anche donne e bambini a tirar la tratta. Silvio Gregorini, dell’orto 77, ricorda la colazione da consumare in mare, che gli preparava allora la mamma: pane secco e olive.
Si usciva da marzo a novembre, nel cuore della notte, l’ora migliore per una buona pesca.
Si rientrava all’alba e si divideva il pescato: 6 parti al capo tratta, che lo portava al mercato, e 4 parti ai compagni di pesca, a volte con l’aggiunta di qualche soldo.
Al ritorno a casa non sempre ci si poteva permettere il letto: perchè l’orto, e soprattutto cavoli e pomodori, non aspettano!

Una pesca antica

Trigliette (o roscioli), sardoncini e paganelli

(FERRETTI U., 1911 – L’industria della pesca nella marina di Fano1) FERRETTI U., 1911 – L’industria della pesca nella marina di Fano)

Questo modo di pesca, usato nell’Adriatico, come nel Mediterraneo, riposa anch’esso sull’impiego di una rete a strascico, tirata, per mezzo di lunghe funi, da terra. Le rete detta tratta ha due bracci della lunghezza di circa 150 metri ognuno, alla estremità dei quali, per mezzo di due massette di legno, si attaccano le funi, dette reste. I bracci vengono, in forma dialettale, chiamati pareti ed hanno una maglia di 3 cm quadrati, di cordicella sottile e resistente. Ai bracci fa seguito il sacco detto cova, che ha maglie più fitte ancora delle pareti, le quali hanno la superficie di circa 8-9 mm. quadrati. La superficie del sacco è di 20 mq. Lungo il corso dei bracci e del sacco corrono frequenti pezzi di sughero, i quali, in corrispondenza della bocca del sacco, sono fittissimi.

Con un battello si porta la rete al largo, dove si cala sommergendola a semicerchio, avendo cura di lasciare un capo delle reste sulla spiaggia. Quindi viene sbarcato l’altro capo alla distanza di 300 a 350 metri. Allora due squadre di uomini tirano la rete da terra, aiutandosi con tracolle dette crocchi, e avvicinandosi, man mano che le reste si accorciano, fino a che si incontrano quando il sacco viene a riva. Allora, con precauzione, il sacco viene aperto e se ne tengono sollevati i bordi, affinchè il pesce, specie le mugelle, non possano sfuggire saltando al disopra.

La tratta si tira la mattina presto, la sera e la notte, massime nei periodi lunari: in una notte, se vi è buon passaggio di pesce, si fanno in media otto tirate. In ogni tirata si può prendere da 15-20 chilogrammi a 5-6 quintali di pesce.

Le qualità di pesci, catturati in questo modo, sono varie a seconda delle stagioni: nella primavera prevalgono sarde e sardoni (alici), nell’estate triglie, seppie, mugelle (cefali), sgombri, ecc., nell’inverno aguzzelli, anguille e saraghine. Il pesce ricavato si vende localmente. Il numero delle persone che prendono parte alla pesca è di estate 10-12 d’inverno 16-18 per ogni tratta.