Piazza d’Armi: le casette pioniere del quartiere più popolare di Fano

Piazza d’Armi

Fano. Piazza d’Armi in viale Piceno.

Piazza d’Armi: questo era il nome del campo da calcio che si trova sotto il sovrappasso del Bersaglio, su viale Piceno. Nei pressi, lungo la Statale, già negli anni Venti dello scorso secolo si sviluppava un lungo nastro di casette popolari che il Comune assegnava di volta in volta alle famiglie più bisognose. Proprio da Piazza d’Armi arrivarono alcune delle famiglie di Metaurilia, alla ricerca di una sistemazione meno precaria.

Piazza d’Armi nel catasto di Primo Impianto, Anni Venti: in verde la piazza d’Armi vera e propria, in rosso le prime case popolari del quartiere.

Case popolari

Molte città hanno ancora nel loro stradario ed immaginario la Piazza d’Armi: Milano ne ha fatto un parco urbano, Torino un parco sportivo, Ancona un ampio piazzale a parcheggio. La Piazza d’Armi era nei secoli scorsi un ampio spiazzo periferico dove i soldati presenti nelle caserme del territorio andavano a fare esercitazioni ed allenamenti. Doveva essere ampia, raggiungibile a piedi dalla caserma, e lontana dalle abitazioni per poter usare le armi senza causare incidenti.

A Fano la Piazza d’Armi era un campo non lontano dal mare, sull’allora via Emilia, poi strada Litoranea, oggi viale Piceno. I soldati di stanza presso la caserma Montevecchio, un vecchio convento lungo il corso, non avevano sufficiente spazio per le esercitazioni all’interno dell’angusto chiostro. Raggiungevano quindi la piazza d’Armi per l’addestramento ed il campo del Tiro al Bersaglio adiacente,  per le esercitazioni con le armi. Anche in seguito, quando nel 1905 sorse la Caserma Paolini, i soldati continuarono a frequentare Piazza d’Armi.

Tutt’intorno all’area vi erano molti terreni di proprietà della Congregazione di Carità, un Ente Comunale i cui beni erano destinati all’assistenza dei più bisognosi ed alle opere di interesse pubblico. Proprio lungo la Statale nei pressi di Piazza d’Armi il Comune realizza, su propri terreni, una serie di casette a schiera per rispondere all’emergenza abitativa  delle famiglie in difficoltà. Un altro nucleo di case dello stesso periodo si trova sempre su viale Piceno nei pressi del fosso degli Uscenti. Negli anni Trenta viale Piceno vide nascere anche i primi magazzini ortofrutticoli che generarono nel tempo un incremento di alloggi per gli operai. La piazza d’Armi si trovò così compressa tra le nuove edificazioni e l’Amministrazione decise di trasferirla al nascente e più isolato Campo d’Aviazione.

Nel dopoguerra il quartiere di Piazza d’Armi si ampliò sia lato monte, con la costruzione di nuove case popolari in via della Repubblica,  sia lato mare, con le prime casine di via Fratelli Zuccari, nei pressi del Bersaglio. Col crescere di nuove case popolari nelle traverse di via della Repubblica e di via del Ponte, il baricentro popolare si spostò verso il quartiere San Lazzaro.  Persa ormai anche la sua funzione originaria, Piazza d’Armi fece perdere anche memoria del suo nome.

Da piazza d’Armi a Metaurilia

Le casette di Piazza d’Armi erano piccole ed anguste, e spesso ospitavano famiglie numerose in condizioni precarie, come nel caso di nuclei portati avanti faticosamente da donne rimaste vedove o “disgiiunte”.

Quando sorsero le casette di Metaurilia, nel 1934, alcune di queste famiglie fecero domanda, forse allertate dal Comune stesso.

Così Alessandro Pierdiluca, vedovo con 5 figli a carico, ottiene l’orto 2. Pietro Minestrini con la moglie ed i due figlioletti ottiene l’orto 25, Iole Mencucci, separata con due figlie, non potendo vedersi assegnare un orto in quanto donna, ottiene l’orto 82 grazie ai suoi genitori. Dal Bersaglio arrivano i Molo dell’orto 5, che pochi anni dopo si separano: la moglie Irma è costretta ad allontanarsi da Metaurilia coi bambini e si rifugia da sua madre Ersilia proprio a Piazza d’Armi, dove si ritrovano a vivere in 9 in una casa minuscola. Solo ne dopoguerra Irma otterrà l’assegnazione di una casa popolare proprio in una traversa di via della Repubblica.

Le fontane gemelle

A sinistra la fontana di Piazza d’Armi, davanti al Metano. A destra la fontana di Metaurilia, tra il ponte Metauro ed il Centro Scarpa.

Fontane distanti tra loro un paio di chilometri, e praticamente gemelle. Nate sulla Statale Adriatica per fornire acqua potabile gratuita ai residenti della zona sprovvisti allora di acqua corrente, agli animali ed ai viaggiatori in transito. Il pozzo sul quale sono innestate pesca a grande profondità, 17  metri circa, mentre i pozzi dei Metaurili, come probabilmente anche quelli dei residenti della zona, pescano dalla falda più superficiale. A Metaurilia questi dovevano servire esclusivamente per gli usi domestici, perchè acque meno sicure. Ma per far prima si beveva anche da lì. Non c’era tempo per fare la differenza!