Dov’è finita la “Sassonia” di Metaurilia?
La spiaggia scomparsa
Il progetto di Fiori a confronto con Google Maps e la linea di costa attuale (2019). E’ possibile osservare la drastica riduzione dell’arenile quanto più ci si avvicina alla foce, ed intuire la barriera visiva e turistica che le scogliere rappresentano oggi.
Negli anni Sessanta Metaurilia vede il suo periodo turistico migliore: il cavolfiore è sul viale del tramonto mentre i bagnanti arrivano a frotte, ospiti paganti dei Metaurili che si restringono chi nel retro, chi nel capanno. La spiaggia è una bellezza, e per raggiungerla basta scavalcare con attenzione la ferrovia, o intrufolarsi nei vari sottopassi idraulici.
La spiaggia del 1941
Bora e salsedine possono danneggiare gli orti. Nel 1940 si comincia a studiare di impiantare nell’ampio arenile tra la ferrovia e la battigia una barriera frangivento composta prevalentemente di pini marittimi. La relazione descrittiva del progetto ci offre una descrizione della spiaggia di allora. Scrive il geom. Fiori nel 1941 : “I venti freddi provenienti dal mare e quindi carichi di salsedine rappresentano il maggiore ostacolo alla buona riuscita delle colture orticole della borgata rurale Metaurilia. La costituzione pertanto di una cortina frangivento formata di pini marittimi e domestici lungo la fascia di terreno fra la ferrovia ed il mare rappresenta l’unico mezzo per salvaguardare le coltivazioni dal terribile nemico. Questa fascia di terreno che si propone per il rimboschimento, della superficie complessiva di ettari 5,85 è parte di proprietà comunale ed in parte demaniale. Il rimboschimento dovrebbe essere fatto con semina diretta di pino marittimo verso mare e domestico verso terra, a strisce di un metro separate ciascuna da altre strisce pure di un metro nelle quali dovrebbe essere seminata la psamma arenaria e distribuiti i rizomi di canniccia. La recinzione e’ assolutamente indispensabile per proteggere la zona assoggettata a rimboschimento dai danni dei greggi transumanti che abitudinariamente transitano lungo la ferrovia e la linea del mare, e dovrà essere costituita da fili spinati sostenuti da paletti di legno. E’ pure necessaria la costruzione di un argine lungo il confine demaniale, atto a trattenere le acque del mare che, durante le eccezionali burrasche, sorpassano il bastione naturale di ghiaia esistente lungo la spiaggia, e la costruzione di un fosso di scolo lungo la ferrovia per raccogliere le acque piovane che ivi ristagnano. La spesa complessiva per la recinzione ed i piantamenti ammonta, come risulta dall’unito computo metrico estimativo, a L. 50.000.” La semina fu effettuata nel 1941, ma già a fine estate del 1943 la siccità ha cancellato buona parte dell’impresa.
La Sassonia ed il Lido di Metaurilia
I Metaurili raccontano di una spiaggia, che oggi si stenta ad immaginare. Dalla foce fino all’altezza della Chiesa di Metaurilia la spiaggia era prevalentemente di ghiaia. Dalla chiesa a Torrette era una spiaggia di sabbia finissima. Anche a Metaurilia quindi c’era l’imbarazzo della scelta: si può dire che c’era il Lido e la Sassonia anche a Fano Sud!!! La spiaggia era profonda dai 150 metri verso la foce, ai 50 metri verso Torrette. Tra la ferrovia e la battigia c’era di tutto: le concimaie per nutrire gli orti, il campo da calcio, il Lagone per la caccia alle anatre, le vigne degli ortolani. E sulla spiaggia barchetti nasse e gugul. Quella bella spiaggia nel corso degli anni Cinquanta e soprattutto degli Sessanta ha cominciato ad essere una calamita per tante famiglie dell’Umbria e della Lombardia che cominciavano ad avere da parte qualche soldo da poter impiegare in una vacanza al mare. Così ogni orto di Metaurilia, soprattutto quei 69 che si trovavano lungo la Statale lato mare, comincia a far spazio a svariate famiglie di bagnanti. Ci si stringe tutti in una stanza, per lasciar posto agli ospiti. Si mangia tutti insieme. Nel tempo ci si sistema anche nel capanno, e sul retro si crea un nuovo angolo cottura per ricavare una seconda cucina. Qualcuno, a fine anni Sessanta fa addirittura scavare l’orto ai cavatori, che in cambio di sabbia e ghiaia e l’occupazione del terreno per circa 4 mesi, pagavano profumatamente consentendo così alle famiglie di ortolani di ampliare od alzare la “casetta del Duce”. Il terreno, così impoverito, non è più buono per l’orto. Ma ormai gli ortolani hanno capito che con tre mesi di bagnanti si guadagna di più che in 12 mesi di lavori nel campo. Ghiaia e sabbia sono sempre più ambiti dalle imprese edilizie in pieno boom. Gli stessi Metaurili sono tra i cavatori che quotidianamente vanno alla spiaggia a caricare vagonate di materiale. C’è chi dice qui a Metaurilia che sia stata proprio questa intensa attività una delle prime cause della riduzione della spiaggia.
1940. L’arenile di Torrette. Si noti la vigna nei pressi della ferrovia. La spiaggia di Metaurilia era molto simile.
Anni Sessanta. Il boom dei bagnanti.
Scogliere / Barriere
Intorno al 1970 le ferrovie decidono di intervenire a difesa della linea Adriatica dalla furia del mare. Vengono così posate delle scogliere che lungo la costa di Fano hanno un andamento discontinuo incomprensibile. Così avviene che mentre a Torrette, rinomata località balneare già dagli anni Trenta, gli scogli vengono posti a 200 metri di distanza dalla ferrovia, a Metaurilia sono posizionati praticamente sul bagnasciuga. Il risultato è devastante: il mare non si vede più, e la spiaggia negli anni si è rattrappita. Molti bagnanti si sono trasferiti in spiagge più ariose, ed a poco a poco sono sparite dal centro di Metaurilia tutte le attività economiche legate al turismo.
Le ferrovie oggi stanno progettando, assieme alla Regione Marche, di spostare finalmente le scogliere più al largo e consentire così ai Metaurili di rivedere il mare.