13 Novembre 1934

Vengono assegnate le 51 casette del I lotto

 

Il bando, come altrove osservato, richiedeva tra gli altri requisiti una certificazione che comprovasse di

avere in epoca abbastanza recente colonizzato un fondo oppure produrre un documento il quale dimostri che il richiedente possiede buona pratica agricola.

Pertanto gli aspiranti coloni furono valutati più che altro sulla base delle loro competenze in campo orticolo ed agricolo, con ovviamente punti di preferenza se iscritti al partito e con famiglia numerosa.

Inoltre anche gli espropriati , o per meglio dire sfrattati, a causa dell’ampliamento dell’Aeroporto ebbero una corsia prefenziale.

Queste condizioni ottennero un risultato diametralmente opposto agli obiettivi propagandati: dalla mappa si evince che nessun richiedente cui fu assegnato un lotto proveniva dall’area interna alle mura, ma tutti dalle campagne, o al più dalla zona degli Orti Garibaldi, oggi Sassonia.

Il fatto è che in realtà gli obiettivi propagandati sulla falsariga delle parole del Duce con l’intento di combattere il “nefasto urbanesimo”, non coincidevano con quelli dei fautori locali della Borgata: il Consorzio Agrario e gli esportatori ortofrutticoli che vedevano in Metaurilia l’occasione di incrementare il proprio mercato del prodotto di punta di Fano, il cavolo tardivo. Perciò quanto più gli aspiranti fossero competenti in materia di orticoltura tanto più erano idonei all’assegnazione del podere. Questo, e l’appartenenza al Partito i criteri con i quali furono giudicati “buoni, ottimi o non idonei“.