Orto n. 27

Famiglia SANTINI (Pansìn)

Giuliano, il costruttore

PRIMA DI METAURILIA

1951. Caterina e Guerrino con la figlia Giuliana e il fidanzato finanziere Nino. Accovacciato c’è Giuliano, il figlio più piccolo.

Guerrino Santini, classe 1909 è originario di Roncosambaccio, dove la famiglia coltiva un fondo collinare assai avaro, perché senza acqua.

E’ il primogenito di una famiglia numerosa rimasta orfana di padre. Viene per questo esonerato dal servizio militare. Sposa nel 1931 Caterina Boldrighini, detta Dina, di Cuccurano, classe 1911, che vive sola perché orfana e con un fratello in America. Gli sposi vanno a vivere a casa di lei, proprio davanti alla Fornace Solazzi, dove però nessuno dei due trova impiego.

L’ARRIVO A METAURILIA

Nel 1933 nasce Giuliana.

Nel 1934 la famigliola ottiene un orto a Metaurilia. Sono vicini di casa di Adamo Iacucci, uno dei migliori e più geniali ortolani di Metaurilia ed imparano presto a coltivare cavoli e pomodori.

Nel 1939 nasce Giuliano.

Guerrino è un uomo pieno di energia, molto attivo, con la vocazione del leader. E’  infatti tra i soci fondatori della Cooperativa, nel 1943.

Sede e magazzino della Cooperativa Ortolani di Metaurilia, fondata nel 1943 subito dopo l’Armistizio

UN RIFUGIO DIETRO L’ALTRO

Rifugi scavati nel “tufo” nei pressi della Madonna delle Grotte di Mondolfo

Se la guerra non tocca più di tanto la famiglia Santini, in quanto Guerrino fu esonerato in gioventù dal servizio militare, presto però cominciano i bombardamenti.

Adamo Iacucci scava un rifugio dietro casa, lungo 3-4 metri, e lo riveste di mattoni. Nel rifugio di fortuna ospita i vicini di casa, i Minestrini dell’orto 25 ed i Santini dell’orto 27. Quando però il ponte sul Metauro diventa il bersaglio privilegiato degli inglesi, la paura diventa insostenibile e la famiglia Santini decide di rifugiarsi a Cuccurano. Si trasferiscono così tutti e quattro a bordo di un biroccino presso i parenti di Caterina.

Guerrino per prima cosa scava un rifugio profondo 6-7 metri, all’interno di un versante piuttosto ripido, con un’entrata ed un’uscita, per evitare di fare “la fine del sorcio”, si dice. Scava inoltre a fianco un nascondiglio per i 5-6 uomini in forze delle trenta persone che prendono a rifugiarsi con loro.

Quando però viene bombardata la Fornace Solazzi, nel cuore di Cuccurano, muoiono 3-4 tedeschi, costringendo il comando a trasferirsi proprio presso la casa colonica vicina al rifugio dei Santini. I(l Comando Tedesco ordina a tutti di andarsene. Ma, magnanimi, danno loro due  birocci con le bestie attaccate. I Santini e gli altri caricano tutta la roba sopra, polli e conigli compresi e partono, di notte. Ad un certo punto, sulla Flaminia, sopraggiunge un carrarmato tedesco che non accenna a fermarsi. I birocci sono costretti a farsi da parte nella scarpata. Intimoriti, tutti scendono, a parte una vecchia di novant’anni che rimane aggrappata in cima. Per evitare altri brutti incontri i Santini evitano le strade e tagliano per i campi. Guerrino con tenaglie ed altri attrezzi, saggiamente al seguito,apre la strada spostando rami e tagliando filo spinato. I bambini riposano, e forse dormono, sui morbidi sacchi in cima al biroccio. Quando finalmente arrivano presso altri parenti a Carignano, calano giù i bambini, e poi calano giù i morbidi sacchi che hanno fatto da guanciale. Peccato che all’interno morbidi polli e pelosi conigli non hanno retto al peso dei bambini!

Anche a Carignano la prima preoccupazione di Guerrino è quella di scavare un rifugio.

GLI ALLEATI NELL’ORTO

Un bel giorno finalmente la famiglia, vedendo le “Cicogne” inglesi volare indisturbate, comprende che il fronte è passato. Guerrino decide allora che si può tornare a casa, a Metaurilia. Ma ad aspettarli trovano un accampamento di tende Alleate proprio nel loro orto, ed un bel buco nel muro, sotto la tettoia, in camera da letto, procurato da un proiettile inglese.

Gli Alleati hanno steso un tubo lungo la ferrovia per approvvigionarsi di benzina. Nei punti di giunzione del tubo fuoriesce il prezioso carburante che i Metaurili di nascosto vanno prontamente a prendere con le taniche.

Un capitano, che viene spesso in casa a portare panni che Caterina lava, prende a benvolere Giuliano: ogni mattina gli lascia sempre un dolcetto per la colazione. I ragazzi, grazie agli americani, scoprono anche la crema da barba e le cingomme.

Gli adulti riprendono a lavorare l’orto, ed i bambini li aiutano. Legano i pomodori, annaffiano. Ora c’è un sistema di irrigazione nuovo, ideato da Adamo Iacucci, ed ai bambini non tocca più viaggiare dalle canaline alle piante con gli orci pieni d’acqua: è sufficiente, e divertente, trascinare il tubo dell’acqua.

Soldati dell’esercito Alleato (dal sito Marche Liberate)

IL BIRICCHINO “PANSIN”

 Guerrino Santini detto Pansin

Con l’andar degli anni Guerrino viene soprannominato “Pansin”, perché bassetto e con la pancetta.

E’ un uomo che ci sa fare con l’orto, e sa far stare bene la sua famiglia. Ai Santini non manca niente. Presto comprano un Mosquito in luogo della bicicletta, e poi la Vespa. Hanno anche la serva ed il garzone, come molti altri a Metaurilia quando, negli anni Cinquanta, le cose cominciano ad andare bene. Guerrino è birichino con le donne, e specialmente con la serva e si ritrova spesso con gli amici presso il barbiere accomodato in affitto da Pierpaoli, all’orto 39, e fanno a chi la spara più grossa, in bilico tra realtà e fantasia. Questo aneddoto era uno dei cavalli di battaglia preferiti da Guerrino. Un giorno, stufo della serva che ha in casa, la fa salire su una scala nella capanna a raccogliere i pendolini, che durante l’inverno penzolano sul soffitto, in presenza della moglie. La ragazza, che sotto il gonnone non porta nulla, sale le scale. Caterina, su invito del marito alza lo sguardo, vede lo spettacolo, e furiosa e scandalizzata caccia via per sempre la ragazza.

1958. Il piccolo Germano, figlio di Giuliana, vicino alla Vespa nuova fiammante

VITA AVVENTUROSA DI BAMBINO

Giuliano è un bambino vivace e, quando riesce a svignarsela dalle incombenze dell’orto, parte con gli amici all’avventura. D’estate sono tutti rigorosamente scalzi. A volte i bambini scavalcano i binari della ferrovia e si tuffano in mare alla ricerca di “tesori”. Le loro ricerche trovano la miglior soddisfazione quando, all’altezza della concimaia, più o meno dietro alla casa di Giuliano, fanno una scoperta sensazionale: sprofondato sul fondale un aereo inglese modello “Cicogna” che alimenterà per anni le loro fantasie e scorribande. La spiaggia inoltre è un luogo che sembra fatto apposta per giocare al pallone. Quando arriva l’ora di pranzo nessuno dei bambini si ricorda di andare a casa. E così ad uno ad uno arrivano i babbi, che a suon di scappellotti si riportano a casa i pargoli. Ma ogni giorno tutti sembrano dimenticare gli scappellotti del giorno prima e, sempre alla stessa ora si ripete la stessa scena …. e le stesse botte!

Un’altra bella avventura è salire sul tetto della Chiesa. Giuliano sale dalle scale interne della sagrestia ed esce dal lucernaio. Poi cammina sui coppi ed infine si siede sulla grondaia, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Con le mani alza i coppi a sinistra ed a destra, alla ricerca delle cove, cioè gli uccelletti che, nati da poco, non sanno ancora volare. Quando li trova li infila in un sacco e poi scorre col sedere un po’ più in là. Quando ne trova una ventina, soddisfatto,si alza, torna giù e li porta alla mamma del suo amico Tonino che glieli cucina sulla graticola. I mesi di agosto e settembre sono speciali per trovare le cove. Nel primo dopoguerra la fame giustifica i mezzi!  Un brutto giorno però Adamo Iacucci scorge il monello a caccia di cove  sul tetto della chiesa ed avvisa allarmato papà Guerrino. Che con tutta la calma possibile lo invita a scendere. Una volta arrivato sano e salvo a terra, gli corre incontro. E giù botte! E poi in punizione nel porcile col maiale. Senza mangiare. Per fortuna ci pensa la mamma ad alimentare il prigioniero!

Giuliano, piccolo bimbo del dopoguerra, va a scuola nella colonica di Belogi, dove fa dalla prima alla terza elementare in una pluriclasse, frequenta poi la quarta a Torrette. Va a scuola con la bicicletta. E qui, chi prende molti 10, diventa capoclasse. E Giuliano è spesso capoclasse. Grembiule nero, colletto bianco, fiocco azzurro. Ma la scuola non gli piace e non farà le medie.

Giuliano con il gruppetto di amici ed  il parroco

LA PRIMA PARRUCCHIERA DI METAURILIA

Mafalda, 17 anni, fidanzata mondolfese di Giuliano, apre nel dicembre del  1960 la prima parrucchieria di Metaurilia

Nel 1955 la casa viene ampliata di un paio di stanze, una camera viene trasformata in cucina e si affitta ad una coppia di Mondolfo che aiuta la famiglia a fare l’orto. E che ha una bella nipote, di cui Giuliano si innamora.

Nel 1959 Mafalda è una ragazza di soli 15 anni, di Mondolfo, la quarta di 5 figli, di una famiglia e che fa fatica ad andare avanti. Così Guerrino costruisce davanti a casa per Mafalda un bilocale dove, nel dicembre 1960,  la ragazza aprirà la prima “parrucchieria” di Metaurilia e dove vivrà, da sola, fino al giorno del matrimonio, celebrato a Metaurilia nel 1964 da don Paolo Gramolini, (dell’orto 75) amico d’infanzia di Giuliano, compagno di scuola, e sacerdote da poche settimane.

La coppia andrà così a vivere nella nuova casetta che i Santini hanno costruito ampliando ulteriormente il bilocale di Mafalda.

Giuliana sposa invece un finanziere di stanza a Torrette e parte per la Toscana.

GIULIANO, DA OPERAIO AD IMPRENDITORE EDILE

Giuliano comincia a lavorare come operaio cementista in via Piave a Fano. Il lavoro è molto faticoso, “sa la pala e il picon”. Una pala che “pesa più da vota che ne da pina”. Giuliano è un ragazzo sveglio ed il titolare gli affida presto compiti di maggior responsabilità. Lo manda a prendere le
misure, o a riscuotere dagli imprenditori. Quando il titolare si ammala di tubercolosi e viene ricoverato a Trebbiantico, Giuliano prende in mano con successo l’azienda. Ha 4-5 operai, si lavora 10-12 ore al giorno.

Ma il servizio militare lo costringe a chiudere l’attività. Una volta tornato farà il muratore, il capo-operaio, l’assistente di cantiere, il posatore. Finchè ottiene la possibilità di costruire nuovi appartamenti nell’orto. Che si vendono bene ai bagnanti. E’ il 1978.

Inizia così  l’avventura del costruttore Santini, con le prime demolizioni delle vecchie casine di Metaurilia che faranno posto alle palazzine turistiche di oggi.

Guerrino e Caterina con il figlio Giuliano, la nuora Mafalda e la nipotina Cristiana nella casa costruita per la nuova famigliola nell’orto davanti a casa.