Orto n. 6

Famiglia Lepri (El Leprèt)

L’ARTIGIAN DEL “VENCH”

PRIMA DI METAURILIA

Planimetria delle vecchie casette dei Lepri e dei Ferri

Giovanni Lepri e Di Tommaso Maria vivevano a Metaurilia già prima che nascesse la Borgata, in una casa piuttosto fatiscente sulla Statale Adriatica, di proprietà del Sor Momo Solazzi. A fianco vive la famiglia Ferri, in una catapecchia di pari condizioni.

Hanno un unico figlio, che si chiama Guerrino.

La casa dei Lepri si trova nei pressi del “Lagon” che oggi non c’è più. Tutto intorno al “Lagon” c’è una gran disponibilità di “vench”, il vimini, un tipo di salice con cui Giovanni confeziona i canestri che poi rivende. Confeziona anche i “crin”, cesti più grossi alti mezzo metro, che si usano per caricare paglia, fieno, foglie di gelso da dare in pasto agli animali. I Lepri hanno anche una “mongana” da latte.

Giovanni realizza anche oggetti in legno: dai gioghi per le bestie da tiro, ai mastelli, agli zoccoli, uniche scarpe che i braccianti e gli ortolani possono permettersi.

Nel 1934 il Comune comincia a costruire nuove casette per insediare nei pressi dei Lepri diverse famiglie di ortolani. Qualche casetta più in su viene ad abitare la famiglia Mingucci, orto n.9. Rina Mingucci ha 15 anni, ed è presto amore con Guerrino.

Nel 1938 succede che il sor Momo vende alcuni suoi terreni al Comune perché realizzi il Terzo Lotto della Borgata. Ai Lepri, che vivono su uno di questi terreni, viene data l’opportunità di scegliersi una nuova casetta e di diventare ortolani. Hanno anche la possibilità di andarsene da quella terra acquitrinosa, poco adatta alla coltivazione, ed ottenere una casetta qualche chilometro più in su, verso Torrette, dove il sor Momo ha venduto alla Borgata un altro terreno. Ma non c’è storia. I Lepri sono legati a quel terreno e ai vicini. Inoltre Guerrino vuole rimanere vicino alla fidanzata Rina. Scelgono quindi di rimanere lì e viene loro assegnato l’orto n. 6. Anche i Ferri rimangono lì, sempre vicino ai Lepri, orto 7.

I PRIMI TEMPI A METAURILIA

Maria col figlio Guerrino Lepri

Nel 1939, appena finita la nuova casa, Guerrino e Rina  si sposano e vanno a vivere con Giovanni e Maria.

Dopo sole due settimane Guerrino viene richiamato,  e rimarrà di stanza a Firenze per tutto il corso della guerra, come carabiniere ausiliario.

Rina si ritrova così a vent’anni sola coi suoceri. E non va tutto liscio. Spesso si annoia, e allora scappa dalle cugine e vicine di casa Edera ed Eleonora Ferri. Con loro la domenica si diverte a giocare a “brecin”: si mette un sasso in terra e con altri si cerca di “sbocciarlo”.

Ma il suocero Giovanni non apprezza gli atteggiamenti della nuora, che giudica immatura ed irresponsabile. E la richiama all’ordine: “Basta de giuchè sa chel brecin, perché c’è da fa anca la dmenica”.

Nel 1942 muore Giovanni. Rina e la suocera rimangono sole. Quando nel 1943 iniziano i bombardamenti sul Ponte, la paura è tanto e decidono di sfollare a Falcineto, dove Maria ha un fratello disponibile ad ospitarle.

Guerrino torna a casa nei primi mesi del 1945. E’ talmente provato dalla fame e dal lungo viaggio a piedi da Firenze, attraversando gli Appennini, che Rina neanche lo riconosce.

DA ORTOLANI…

1946. Il piccolo Fiorenzo Lepri

E presto nasce Fiorenzo, il loro primo ed unico figlio, nel dicembre dello stesso anno.

Guerrino va a prendere l’ostetrica con la bicicletta. Il bimbo appena nato non dà segni di vita. La povera Rina mormora affranta: “Ho fatigat tant e pu me nat mort”. Ma l’ostetrica non si perde d’animo, gli da qualche schiaffon, ed il bambino finalmente si mette a piangere!

La giovane coppia si dedica all’orto nei mesi estivi.

Ad aiutare loro ed altre famiglie nei lavori dell’orto venivano dei garzoni di 15-20 anni da Frontone e dormivano in casa.

D’inverno invece Guerrino fa il falegname, proseguendo l’attività del babbo. Tra le sue realizzazioni anche i cubi del “Number Five”, il night di Torrette.

Fiorenzo frequenta la scuola fino alla quinta elementare.

D’estate va al campeggio di Torrette dove c’è il bar, e con gli amici giocano a Flipper, CalcioBalilla, ed ascoltano musica nel Jubox.

A 14 anni, nel 1959, va a fare l’operaio presso la casa di fronte, quella dei Tonucci, dell’orto 85, che nella capanna producevano tubi in cemento per l’irrigazione e pali per le vigne.

Guerrino Lepri col figlioletto Fiorenzo

1950. Rina Mingucci col figlioletto Fiorenzo Lepri

…AD ARTIGIANI

Nel 1965 conosce Eva Romani, che vive da poco a Metaurilia in una casa colonica, e si fidanzano. Nel 1967 Guerrino e Rina decidono di ampliare la casa, per dar modo ai futuri sposi di averne una tutta propria. Nell’attesa del matrimonio mettono un inquilino. I due ragazzi si sposano nel 1970. Rina chiede ad Eva dove vuole vivere. Ed Eva risponde che non c’è bisogno di mandare via l’inquilino, che lei vive volentieri anche lì.

Non arrivano bambini. Così Eva lavora da Tarini, dell’orto 35, vicino casa dei suoi. Producono le gabbiette per i pomodori.

Nel 1974 muore Guerrino. E con lui anche l’orto.

Terminata l’era dei pomodori, a fine anni Settanta Eva entra in società con Rita Aguzzi, sposata con Tarini Antonio nel capanno di Tarini organizzano una stireria per le ditte di confezionamento.

Fiorenzo nel 1984 perde il lavoro in quanto l’attività di Tonucci chiude.

Chiusa l’attività, Fiorenzo, che non ha quarant’anni deve trovare il modo di arrangiarsi. Va così a lavorare anche lui alla stireria con Eva. Ma stanchi delle tensioni che si sono create, si licenziano e trovano da lavorare a casa insieme, intrecciando strisce di plastica su schienali e braccioli di sedie da bar, che un camion consegna loro, e poi si riprende, una volta completate dell’intreccio.

Gabbiolini per i cavoli.

Vecchie sedie con l’intreccio in plastica