La cappellina dei misteri

San Gili si è arrabbiato

La Chiesetta di Sant’Egidio.

Sant’Egidio, un Santo medievale.

E’ una figura di Santo divenuta molto popolare nel Medioevo in seguito a numerose leggende. E’ invocato contro le paure. Forse per questo è dedicato a lui questo luogo, considerato insicuro ed inospitale fino al secolo scorso.

A proteggere il territorio, una torre e… un Santo.

Della chiesa si ha memoria fin dal 1435. Un tempo apparteneva, assieme alla chiesa del Suffragio, al monastero di San Daniele delle canonichesse agostiniane.

Accanto alla chiesa sorgeva una torre di guardia contro le incursioni dal mare. Dai documenti d’archivio risulta che anche nella prima metà del sec. XVIII il luogo, nei momenti di allarme per il timore di incursioni o per timore di sbarchi clendestini da zone colpite da peste, era presidiato da un corpo di guardia.

Nel periodo dei Malatesta a Fano, la torre di sant’Egidio faceva parte di un sistema di avvistamento che comprendeva i Muracci di Caminate, la Porta di Ferro tra Torrette e Ponte Sasso ed il presidio di Mondofo.

Postazione antiaerea tedesca.

La posizione elevata della chiesina permetteva di dominare la visuale dal mare alla collina. Venne perciò utilizzata nella seconda guerra mondiale come postazione antiaerea dai tedeschi, e venne pertanto pesantemente bombardata dagli inglesi e la chiesa venne distrutta.

Le notti insonni dei Metaurili.

La distruzione della chiesa, le sue macerie, le sue leggende, popolarono di fantasmi e sensi di colpa i Metaurili nell’intorno, soprattutto quelli che vivevano nei pressi da prima dell’avvio della Borgata (orti 6-7-84 e coloniche Lucarelli). Di notte si sentivano strani rumori: un telaio che tesseva, interminabili partite a bocce. Per i bambini di giorno era un’attrazione fatale, di notte un luogo da incubo.

Tutti ebbero la certezza che San Gili (Sant’Egidio nel dialetto fanese francesizzato) si era proprio offeso della mancata ricostruzione della chiesa quando da subito, già dal 1944, iniziarono una serie di incidenti mortali sulla Statale Adriatica che si portarono via una decina di coloni a partire dai coniugi Bracci dell’orto 90.

La ricostruzione.

Negli anni Sessanta i Metaurili supplicarono il sor Momo e la figlia Giannangela Solazzi, proprietari del terreno di ricostruire la chiesa per calmare San Gili. I due acconsentirono di buon grado realizzando la piccola cappellina di oggi.

Da luogo da incubo, oggi Sant’Egidio è un’incredibile ed insospettabile luogo di pace, dove lo spirito vaga tra mare e collina, in un silenzio imprevedibile, a pochi passi dalla Statale.