Come si scaldavano i Metaurili

I ciocchi del cavolo

Raccolti i “cavi”, ben conficcati nel terreno rimangono i “gambul”.

Quando arrivava l’inverno la famiglia contadina si scaldava intorno alla “rola”, il camino di casa, di solito collocato in cucina. La rola era l’unica fonte di riscaldamento, assieme alla stalla. Un ciocco alla volta, si manteneva il fuoco sempre acceso. E in casa del contadino la legna non mancava mai. In quella dell’ortolano sì: la legna era merce rara, un ettaro ad orto era appena sufficiente, significava non aver posto per le piante. Come fare quindi con una rola senza legna?

I gambul dei cavi

Due modelli di “cavagambul”, gli attrezzi che servivano per estrarre i gambi dei cavoli dal terreno

Del cavolfiore non si buttava via niente, a Metaurilia. Una volta terminata la raccolta, tutta la famiglia era impegnata anche nella seconda raccolta, quella dei “gambul” o “gambulon” rimasti ben radicati nel terreno. Per estrarli occorreva un attrezzo, il “cavagambul“, un lungo bastone con una specie di manubrio in cima, ed un uncino in fondo capace di afferrare ciascun gambo e tirarlo fuori.

I gambul, preziosi quanto i cavoli, venivano portati nella capanna ad essiccare. All’arrivo dei primi freddi d’autunno i gambul erano pronti per essere utilizzati come legna da ardere.

20-25.000 gambul, non duravano poi chissà quanto. I Metaurili lo sapevano. Così, per non patire i rigori dell’inverno e della neve, che strano da immaginare,  arrivava puntuale ogni anno, bisognava comunque darsi da fare. Si faceva la legna lungo la spiaggia o lungo il fiume, e si lavorava occasionalmente come braccianti presso le case coloniche sopra il greppo. In cambio si riceveva un pasto caldo, e legna da ardere.

Una strana e “calda” coppia

Il “prete” e la “monaca” pronti ad infilarsi sotto il letto!

La sera la famiglia si raccoglieva intorno al camino. Le mamme intanto preparavano i letti caldi per la notte: le camere infatti erano gelide, i letti bagnati di umidità. Si riempiva la “monaca” (una sorta di scaldinodi brace ardente coperta di cenere, e si infilava nel letto dei più piccoli di casa in compagnia del “prete“, un telaio che alzava le lenzuola e all’interno del quale veniva posta. Messi a letto i piccoli, prete e monaca traslocavano nei letti dei grandi.

Il braciere, detto “monaca” o “monica”.