Orto n. 52

Famiglia Talevi (Nisca)

GUERRINO, BEATO TRA LE DONNE

PRIMA DELL’ARRIVO A METAURILIA

La famiglia Talevi proviene da San Cesareo. Luigi, il colono assegnatario e la moglie, Teresa Mattioli, hanno un unico figlio maschio, Guerrino, e 5 figlie femmine: Olimpia, Lavinia, Gina, Maria ed Elisa.

I PRIMI TEMPI A METAURILIA

La famiglia Talevi comincia la coltivazione dei cavoli come la Cattedra Ambulante insegna: il seme viene interrato in una angolo del campo ai primi di agosto, una volta germogliato viene raccolta la piantina e ripiantata alla giusta distanza col “piro”.  Al principio della primavera i Talevi raccolgono fino a 10 quintali di cavolfiori al giorno. Quindi si riempiono le cassette, che vengono caricate sul carretto. Poi il carretto viene trainato a mano fino al Consorzio Agrario presso la Chiesa.

La famiglia alleva anche una mucca da latte ed un vitello da ingrasso. Dopo qualche anno, i Talevi costruiscono sul loro terreno, d’accordo con il Consorzio Agrario, un nuovo magazzino per lo stoccaggio del raccolto al quale conferiscono tutti i vicini della borgata, evitando così quel lungo tragitto a piedi col carretto carico fino al magazzino vicino alla Chiesa, più di un chilometro di fatica.

Tra le casette della borgata i Talevi ed i  vicini realizzano una stradina di collegamento ed i bambini corrono liberamente da una casa all’altra.

Di là della ferrovia la famiglia pianta anche una vigna. Alcune botti si nascondono, perché il daziere non le trovi, altrimenti sono tasse da pagare.

Una volta i Talevi non fanno in tempo a nascondere le botti riposte in camera da letto. Quando arriva il daziere fanno visitare tutte le stanze, ma arrivati alla camera da letto fanno finta che la luce è fulminata e si scusano per l’inconveniente. Il daziere passa oltre ed il vino …. è salvo.

Dina Vitali davanti a casa

IL LAGHETTO DI CAVA NELL’ORTO

Nel 1960 la famiglia non riesce più a vivere di soli cavoli. La cooperativa ha un milione di debiti, che ricadono sui soci. Guerrino decide di andare in Svizzera per 4 mesi e fare il corso da muratore per ottenere la qualifica. Sempre negli anni ’60 i Talevi, come anche altri vicini di casa, cedono alle insistenze ed al promettente guadagno offerto dai cavatori di sabbia e concedono, per 4 mesi, il loro terreno. I cavatori escavano tutta la sabbia presente nel sottosuolo dell’orto. Durante i lavori si forma un lago con i pesci, che diventa la gioia dei bambini. Al termine del periodo di escavazione, asportata tutta la sabbia, i cavatori, come promesso da contratto, riempiono lo scavo con della terra, che ovviamente, non sarà sabbiosa, e quindi fresca, come quella originale: da quel momento quell’orto non fu più buono per i cavoli. Quella terra di riporto era infatti argillosa: l’acqua stagnava e spesso il campo si allagava, infradiciando il raccolto.

La concessione ebbe però l’effetto di dotare la famiglia di un cospicuo gruzzolo che le permise di ampliare la casa.

Guerrino Talevi e la moglie Dina Vitali con in braccio la figlia Tiziana.

AMORE TRA VICINI DI CASA

Nel 1947 Guerrino Talevi, figlio di Luigi, si sposa con Dina, sorella di Vitali Primo,  il vicino di casa della casetta n. 53.

Dina è nata a Mondolfo ma è cresciuta a Tombaccia dove la famiglia vive in una colonica di proprietà della famiglia Castracane,  coltiva 20 ettari di terra ed alleva bestiame: 22 mucche e 22 maiali. E’ l’ultima nata, prima di lei 7 fratelli maschi, nati tra il 1906 e il  1918. La mamma muore nel 1929 il giorno di Santa Giustina, cadendo da una pianta di fichi che stava raccogliendo per portarli alla processione. Aveva 46 anni.

Nei primissimi anni Quaranta Dina e il babbo si trasferiscono a Torrette, in una casina sul mare costruita dal geometra Fiori, il Tecnico del Comune responsabile della Borgata di Metaurilia, a coltivare cavoli e pomodori. I fratelli non ci sono, sono ormai tutti sposati.

Dina va spesso a trovare il fratello Primo (di nome e di fatto) che nel 1934, essendo già sposato con Elvira Della Santa e padre di 2 figli, aveva avuto una delle cosiddette casette del Duce, la n. 53. Dà una mano in casa e guarda i nipotini quando babbo e mamma lavorano nell’orto. E si innamora così di Guerrino della casa a fianco.

Oriano Talevi con le sorelle Liviana e Tiziana (la più piccola)

LA DIFFICILE VITA IN FAMIGLIA

Dina va a vivere nella casetta n. 52 con i suoceri e le due cognate non ancora maritate. La convivenza è difficile. La suocera non è gentile con lei e le cognate non hanno la smania dell’orto. E’ Dina che se ne deve occupare, è lei che vanga, semina, pianta, annaffia e raccoglie. Ed aiuta il marito nell’ampliamento della casetta, per ritagliarsi finalmente un proprio spazio autonomo.

Guerrino assieme al cognato Giuseppe Tomassoni del lotto 55 fa la tratta. Giuseppe ha sposato Gina, una delle sorelle di Guerrino. La sorella Maria invece si è innamorata di Mario Zagaglia, del lotto 57. Mario è un bellissimo ragazzone che suona la fisarmonica ed anima le feste. Ma a causa di alcuni incidenti, è zoppo e cieco. I Talevi non vedono di buon occhio questa love story, ma devono arrendersi all’evidenza.

Dina e Guerrino ebbero invece due figlie femmine, Tiziana e Liviana, ed un figlio maschio, Oriano. Liviana purtroppo morì a 25 anni andando a sbattere contro un camion sulla statale Adriatica poco prima dell’incrocio della Tombaccia, alla guida della sua 500.